La Rai e il futuro del giornalismo, nelle figure del cronista, delle scuole e dello sviluppo del servizio pubblico. Sono i temi al centro del dibattito svoltosi al Parlamentino del CNEL a Roma, organizzato dall’associazione Articolo 21,dal titolo ”Una nuova carta d’identità perla Rai”. Saranno 40 i giornalisti Rai che lasceranno l’azienda in regime di prepensionamento, avendo comunque raggiunto i requisiti pensionistici minimi, in seguito all’accordo tra la stessa Rai e l’Usigrai. Per loro sarà attivata la legge 223 sui licenziamenti, quella sullo stato di crisi, perché per il servizio pubblico non è previsto il ricorso alla legge 416, come per il settore privato, quando coinvolto in stati di crisi e conseguenti ristrutturazioni.
A fronte dei pensionamenti sono previsti 75 nuovi ingressi in ambito giornalistico. Inoltre, ci saranno una novantina di novazioni contrattuali attraverso concorso esterno. In più, a breve-medio termine, si andrà a un anticipo di immissione dei precari procedendo verso l’esaurimento del bacino dei giornalisti precari Rai, mettendo così la parola fine – sperano in casa sindacale – a questa pratica che negli anni ha generato un numero significativo di giornalisti più o meno ai margini. Una quarantina, a quanto pare, arriveranno dalla Scuola di giornalismo Rai di Perugia e il resto sulla base di un concorso interno riservato a figure giornalistiche che, però, al momento hanno contratti atipici; nasce qui il problema della differenza che si pone in essere rispetto a tutte le scuole di giornalismo. Per quale criterio si preferiscono i giornalisti della scuola di Perugia, e gli altri invece devono attraversare un percorso più accidentato? Si rischia di creare delle scuole di serie A e scuole di serie B, una disparità che potrebbe spingere ad un intervento l’ODG e la FNSI. L’accordo sulle assunzioni, firmato dalla Rai e il sindacato Usigrai, viene definito “importante” dall’azienda di viale Mazzini e rientra «nell’ottica – riferisce un comunicato, dove però non si parla di numeri – del contenimento dei costi, ma anche di una incisiva azione di sviluppo e di rilancio dell’azienda e del suo ruolo di Servizio Pubblico».
Nei giorni scorsi era stato lo stesso direttore generale Luigi Gubitosi ad annunciare queste novità in un’intervista – non consueta nel recente passato della direzione generale Rai – al Corriere della Sera, dove appunto si parlava di assunzioni in arrivo oltre che di giornalisti in uscita. Ieri mattina, nella sede del Parlamentino del CNEL, il vice ministro allo Sviluppo Economico, Antonio Catricalà, ha voluto proporre una consultazione pubblica simile a quella realizzata in Gran Bretagna perla Bbc. Lo ha spiegato intervenendo al convegno ”Una nuova carta d’identità perla Rai”, promosso da Articolo 21. «All’interno del contratto di servizio – ha spiegato il vice ministro – con il consenso della Rai, vorrei aggiungere una clausola che preveda una consultazione pubblica». Parlando del contratto, Catricalà si assume «tutta la responsabilità del fatto che non sia stato ancora firmato. Quando sono arrivato – ha spiegato – era quasi pronto ma ho pensato fosse giusto fermarsi a rivederlo e migliorarlo. Dovrebbe contenere delle linee guida da seguire per contratto e non per legge, un preambolo con una chiara definizione del servizio pubblico e dovrebbe essere più semplice e chiaro». Il vice ministro ha detto di voler proporre una proroga della convenzione, che scadrà nel 2014, per arrivare nel 2016 alla scadenza contemporanea di convenzione e concessione. Parlando del dibattito su privatizzazione e concessione, Catricalà ha detto di voler fare chiarezza a proposito della propria posizione. «Privatizzazione e concessione – ha precisato – sono legate da un unico filo, non possono essere realizzate senza l’intervento del Parlamento. Togliamoci dunque l’incubo di un decreto legge su queste materie – ha concluso – perché non ci sarà».
Alla riunione organizzata dall’Associazione Articolo21 hapreso parte anche il direttore generale Rai, Luigi Gubitosi. «Più indipendenza e pluralismo – ha detto il dg -, una maggior ricchezza nell’offerta editoriale, aggiornamento tecnologico e conti in ordine». Sono gli elementi fondamentali sui qualila Rai, in vista del rinnovo della concessione, dovrebbe lavorare secondo il suo direttore generale, presente al convegno. Per quanto riguarda il gap tecnologico di cui soffrela Rai, il dg ha voluto chiarire che «la Rainon può più essere ‘radio televisione’ ma deve diventare una media company. I conti, infine, devono essere in ordine perché gestendo denaro pubblico abbiamo l’obbligo dell’efficienza». Gubitosi ha poi annunciato l’intenzione di organizzare un ampio convegno, il prossimo autunno, che sia un momento di confronto per definire il futuro e la futura identità della Rai e che rappresenti un primo passaggio di una consultazione pubblica come quella proposta anche dal vice ministro Catricalà. «Spero – ha concluso – che si arrivi presto al contratto di servizio perché non è mai facile operare in assenza di contratto».
Una nuova Rai in vista e nuove assunzioni. Singolare disparità tra le scuole di giornalismo
16 Luglio 201354