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HomeEsteri Il regime di Teheran sempre più debole

Iran, fratture nel regime
L'ex presidente Khatami:
"Ascoltare i manifestanti"

Raisi: "Gli Usa vogliono distruggerci"

Nuovi scontri nel Giorno dello studente

di Sofia Zuppa07 Dicembre 2022
07 Dicembre 2022

Si abbassano le saracinesche dei bazar, le strade vengono bloccate e in migliaia scendono in piazza a manifestare. Al terzo giorno di sciopero indetto per protestare contro il governo, il regime iraniano è sempre più diviso e in difficoltà. A sostegno delle manifestazioni che vanno avanti ormai da tre mesi, sono arrivate le parole dell’ex presidente della Repubblica Islamica dell’Iran Mohammad Khatami, che ha difeso i manifestanti e chiesto al governo di ascoltarli.

Fa eco a tali dichiarazioni, che si contrappongono alla parte più conservatrice e radicata, anche una lettera di Badri Khamenei, la sorella della Guida Suprema Ali Khamenei attualmente reclusa presso il carcere di Evin a Teheran, che ha esortato il popolo a continuare a combattere contro il regime, ritenendo “l’insurrezione legittima e necessaria” e augurandosi presto “il rovesciamento di questa tirannia al potere”. Nella lettera, pubblicata dal figlio residente in Francia, Badri ha preso le distanze dalle atrocità commesse dal fratello e condannato il suo califfato giudicandolo “oppressivo”. Parole forti che denotano una spaccatura all’interno dei vertici del regime.

Dal versante più conservatore invece, l’attuale presidente Ebrahim Raisi, in visita all’università di Teheran in occasione dell’odierna giornata dello studente, ha detto che “non c’è nessun problema nel protestare, ma il disturbo e la distruzione sono diversi”. Si è poi scagliato contro gli Stati Uniti, che “vogliono che la rivolta in Iran porti alla distruzione del Paese”. Ma “Washington ha fatto male i suoi calcoli”, ha sottolineato il presidente, aggiungendo che “gli iraniani istruiti non hanno permesso che il Paese diventasse una nuova Siria o un nuovo Afghanistan”. Anche il sindaco di Teheran Mahmud Ahmadinejad ha mantenuto la linea dura definendo “traditori” tutti gli studenti che continuano a manifestare. Sono proprio gli universitari i più convinti sostenitori delle rivolte e i più strenui difensori dei diritti umani, che fin dall’inizio si sono schierati in prima fila nel guidare le proteste che investono il Paese.

 

Nella foto le proteste degli studenti presso l’Università di Teheran

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