“Ci aspettiamo di avere delle proposte di emendamenti legate al nuovo programma Repower Eu”. Così ha risposto il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni alle critiche sul Pnrr della premier Giorgia Meloni. Secondo la presidente del Consiglio il Piano “non è più sufficiente” per risollevare l’economia del Paese, in quanto l’Ue “non poteva tenere in considerazione del grande impatto che la guerra in Ucraina ha avuto sulle nostre economie soprattutto sul tema del caro energia”.
I 191,5 miliardi assegnati in tutto all’Italia (di cui 68,9 a fondo perduto e 122,6 in prestiti) non potrebbero -da soli – rilanciare l’economia al netto di crisi inflazionistica e dell’aumento dei prezzi delle materie prime, stando alle preoccupazioni di Meloni. Gentiloni ammonisce sulla centralità, in materia energetica, del nuovo piano RepowerEu, indirizzato alla crisi energetica.
“Non si cerca lo scontro – rassicura il ministro per il Pnrr Raffaele Fitto – lavoriamo con la Commissione europea per un confronto positivo”. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida conferma la versione della premier, sottolineando come il Pnrr sia stato “scritto rapidamente, in una situazione molto differente da questa. Sono stati utilizzati progetti vecchi diventati adesso irrealizzabili”.
Tra riforme ed emendamenti, il punto sul Pnrr avviene mentre l’esecutivo si appresta a compiere tutti gli sforzi riformistici necessari a conseguire la terza tranche (19 miliardi) del Next generation Eu. “Centreremo tutti gli obiettivi” ha rassicurato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: le riforme richieste dall’Ue sono nella loro fase conclusiva, stando al ministero. Delle 55, le riforme approvate sono 30, mentre le 25 restanti sono “in uno stato avanzato di esecuzione”. In ritardo, su tutti, il ministero dell’Ambiente, indietro di sei traguardi su nove.