L’Iran ha sciolto la polizia morale. Ad annunciarlo è stato il procuratore generale ultraconservatore Mohammad Javad Montazeri in una conferenza religiosa tenutasi sabato scorso nella città santa di Qom. Alla domanda sul perché la polizia morale, accusata della morte di Masha Amini, da cui si sono scatenate le proteste della popolazione, non fosse più operativa, ha risposto “La polizia morale non ha niente a che fare con la magistratura, ed è stata abolita da chi l’ha creata”.
Nessuna conferma da Teheran
Le dichiarazioni di Montazeri, tuttavia, non hanno trovato nessun riscontro ufficiale. Il procuratore ha anche lasciato intendere che il Parlamento iraniano e il Consiglio Supremo della Rivoluzione Culturale starebbero valutando modifiche alla legge sull’hijab, che prevede l’obbligo del velo per le donne.
Rischio spaccatura nel regime
Il presidente della Repubblica islamica Ebrahim Raisi, che ha imposto ulteriori restrizioni sull’abbigliamento femminile, ha sottolineato che “la Costituzione ha valori e principi solidi e immutabili”, ma “ci sono metodi di attuazione che possono essere flessibili”. Insieme alle dichiarazioni di Montazeri queste del presidente potrebbero portare una spaccatura tra il regime degli ayatollah e la Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei, non disposti a rivoluzioni radicali.
I manifestanti non si fermano
Oggi, intanto, partono nuovi scioperi che andranno avanti per i prossimi tre giorni in molte città iraniane, indetti dagli attivisti nell’ambito delle proteste contro il governo iniziate a settembre. Le dichiarazioni sulle possibili modifiche alle rigide imposizioni sono state prese con scetticismo, e molti analisti ritengono che siano solamente un tentativo di placare le rivolte in piazza. Il clima è sempre più teso, e agli scioperi hanno aderito negozi, mercati, autotrasportatori ed operai, e nelle università c’è stato boicottaggio delle lezioni.