Si gioca a Doha l’ultima giornata del Gruppo C. Lo Stadium 974 può ospitare 40 mila spettatori: 35 mila sono argentini. La Seleccion incontra la Polonia e non può sbagliare. Per qualificarsi agli ottavi basterebbe un pareggio, ma meglio non rischiare, perché se l’Arabia Saudita battesse il Messico addio mondiale. Gli uomini di Scaloni non possono permetterselo. Non di fronte a quei 35 mila tifosi che si sono sobbarcati le spese di un viaggio oltreoceano per stare vicini ai propri campioni. Non di fronte a Leo Messi che, al suo ultimo mondiale, quella coppa vuole alzarla al cielo. In fin dei conti, sarebbe il pezzo mancante del puzzle che lo lega al migliore di sempre, Diego Maradona. Non che al palmares della pulga si possa recriminare qualcosa, sia chiaro.
Il destino chiama al 39’ del primo tempo, ma Leo risponde assente: Szczesny gli nega la trasformazione dal dischetto che varrebbe l’1-0. Nella testa della pulce tornano ad aleggiare i fantasmi del passato: nel 2016, in occasione della finale di Copa America contro il Cile, il suo errore dagli 11 metri costò all’Argentina il trionfo. Il primo tempo, quindi, si conclude a porte inviolate. L’Argentina ha dominato: 7 tiri in porta contro una Polonia che la porta avversaria non riesce neanche ad inquadrarla.
La svolta arriva però nel secondo tempo e a pensarci sono le nuove leve. Prima tocca ad Alexis Mac Allister, centrocampista del Brighton di De Zerbi, che riceve dalla fascia destra l’assist di Molina e insacca alla destra di Szczesny. Sarà stata la “mano de Dios”? Il giovane talento è cresciuto infatti nello stesso club che lanciò il Pibe de oro: l’Argentinos Juniors. Il gol che chiude i giochi lo segna invece Julian Avarez, stella del City di Guardiola. L’assist lo fornisce Enzo Fernandez, che già aveva brillato contro il Messico.
L’Argentina vince 2-0 contro la Polonia – che si qualifica comunque grazie alla differenza reti – e incontra agli ottavi l’Australia. Tanti gli episodi e le curiosità da segnalare. Tra le tante, prima del penalty il portiere polacco aveva scommesso 100 euro con Messi che il rigore non sarebbe stato concesso. Szczesny perde la scommessa, ma para il rigore ed eguaglia il connazionale Tomaszewski, diventando il terzo portiere a parare due rigori in una singola edizione di Coppa del Mondo. Ma non è la prima volta che si scommette su un rigore sbagliato. L’aveva già fatto nella stagione 1989-90 l’allora portiere dello Sporting Tomislav Ikvocic, che in Coppa Uefa, guarda caso, sfidava un certo Diego Armando Maradona.