L’hashtag di Giuseppe Civati su twitter non lascia spazio a dubbi sulle posizioni del Pd: #santancheno. Il partito democratico ha espresso un parere fortemente contrario alla nomina di Daniela Santanchè come vicepresidente della camera, ruolo che ricoprirebbe al posto del pidiellino Maurizio Lupi, diventato nel frattempo ministro per le Infrastrutture. E se nel Pd nicchiano, nel Pdl questa candidatura non è stata di certo accolta a furor di popolo. Pesano le dichiarazioni della pasionaria berlusconiana sul segretario del partito, Angelino Alfano. Pesa il clima di incertezza all’interno del Pdl, scosso dall’annuncio del ritorno agli albori, quando il partito si chiamava Forza Italia. Il Pd, dal canto suo, voterà quasi sicuramente scheda bianca. Il Cavaliere intanto richiama i suoi, li sollecita a votare uniti. La minaccia da allontanare è quella dei franchi tiratori all’interno del Pdl, che vorrebbero scaricare la Santanchè, favoriti dallo scrutinio segreto.
«Il nostro candidato è Daniela Santanchè e il nostro partito voterà compatto – ha confermato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri – credo sia giusto rispettare le nostre indicazioni». Secondo gli accordi stipulati all’interno della maggioranza delle larghe intese, la vicepresidenza della Camera spetterebbe infatti alla destra. Ma Sel potrebbe approfittare del caos e tentare un accordo con i grillini, ed eventuali franchi tiratori del Pd, e proporre un proprio candidato. Il Movimento 5 Stelle ieri sera però ha indicato già un proprio nome, quello di Francesca Businarolo, deputata padovana di 29 anni. La partita dunque resta aperta. Se il nome non sarà condiviso da tutti, l’idea, appoggiata da Scelta Civica, Pd e Pdl è comunque quella di rinviare l’elezione del nuovo vicepresidente.
La proposta delle candidature “bloccate”. La conferenza dei capigruppo è convocata per le 13 a Montecitorio e, a proposito del voto previsto oggi pomeriggio, come ha ricordato il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, la conferenza «ha il potere di rinviare, confermare, non fare nulla o modificare il calendario. Non è fair – ha aggiunto Brunetta – quando si deve rinnovare una carica elettiva che spetta ad una componente ben definita del Parlamento, opporre candidature alternative».
Annalisa Cangemi