La presidenza dell’Unione europea sta valutando seriamente di inserire un tetto massimo al prezzo del gas. Come ha sottolineato il ministro dell’Energia ceco Jozef Sikela al Consiglio informale Energia a Praga, “l’obiettivo è garantire ai Paesi membri forniture energetiche sufficienti a prezzi accessibili”. “Dobbiamo anche chiarire l’incarico della Commissione europea per quanto riguarda i suoi progressi in materia di price cap al gas e sull’attuazione della piattaforma per gli acquisti congiunti”, ha aggiunto Sikela.
Intanto la Commissione prepara la proposta sul gas, che verrà presentata la prossima settimana. “Dobbiamo avere bene in mente che è urgente intervenire ma dobbiamo farlo assieme, con un esteso consenso”, ha sottolineato la commissaria Ue all’Energia, Kadri Simson.
Parallelamente alle aperture, arrivano anche i primi timori. Le preoccupazioni maggiori sembrano provenire dalla Germania. “Il dibattito sul price cap al gas è confuso: più persone parlano diversi tipi di cap. Gli esperti sono d’accordo che se mettiamo un cap troppo basso, non avremo più gas”, ha ammonito il sottosegretario tedesco all’Economia e al Clima, Sven Giegold.
Anche l’Ungheria, attraverso le parole del ministro degli Esteri Peter Szijjarto, ha condanato fermamente l’eventuale inserimento di un tetto massimo. “I russi sono stati molto chiari sul fatto che in caso di introduzione di un price cap al gas taglieranno le forniture e ciò metterebbe in pericolo la nostra sicurezza energetica”, ha dichiarato Szijjarto.
Sull’argomento è intervenuto ieri anche il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. “La sicurezza nazionale di medio periodo dipende dal rigassificatore di Piombino. Probabilmente il price cap sarà un intervallo entro il quale il Ttf (Title Transfer Facility) potrà variare senza avere questi picchi di volatilità assurdi. Direi che su questo stiamo convergendo”, ha spiegato Cingolani.