Un’opposizione che riparta dalle piazze pacifiste, nei giorni in cui i missili russi tornano a colpire Kiev. Giovedì 13 ottobre il leader del Pd Enrico Letta ha confermato che parteciperà al sit-in per la pace convocato dalle associazioni pro Ucraina davanti all’ambasciata russa a Roma, in zona Castro Pretorio. «Non possiamo fermare la guerra con le nostre mani, ma insieme possiamo chiedere di far avanzare la pace», recita l’appello della mobilitazione. Il tema, però, è caldo e divisivo anche tra i dem, soprattutto riguardo alle condizioni delle richieste per la pace. Se la deputata del Pd Lia Quartapelle ha ribadito la sua presenza perché «esserci serve a dare voce alla comunità ucraina e a chiedere giustizia», per l’ex parlamentare dem Filippo Sensi la «nobile manifestazione minoritaria sotto l’ambasciata russa non basta».
Il sit-in, organizzato da Base Italia, dal Movimento europeo di azione nonviolenta e da altre sigle della società civile, sarà solo la prima di un autunno che si prospetta ricco di mobilitazioni per la pace. Prima la tre giorni, dal 21 al 23 ottobre, promossa dalla Rete per la Pace e il Disarmo, e poi quella di Acli ed Arci, che ancora non ha una data definita (probabilmente il 12 o il 19 novembre a Roma) ma è già un “caso politico”. Le formazioni di centro-sinistra da giorni stanno facendo a gara per piazzarci la bandierina di partito. A lanciare la proposta di una grande mobilitazione di piazza per «una svolta negoziale che ponga fine al conflitto», infatti, era stato il leader del M5s, Giuseppe Conte, ma dal Nazareno non si ha intenzione di «regalare la parola pace ai 5s».
Intanto lo “scontro” politico sulle piazze di pace si allarga di ora in ora. Se l’ex premier porterà in piazza «le persone che sono a favore della resa degli ucraini e quindi non della pace», ha detto in mattinata il leader di Azione, Carlo Calenda, «organizzeremo una manifestazione a Milano». Contro il «fiorire di cortei per la resa degli ucraini», ha aggiunto Calenda su Twitter, «opporremo una grande iniziativa per il sostegno all’Ucraina», invitando anche il Partito democratico e +Europa.