Una rissa tra bande che vogliono controllare il territorio. Accade a Milano e vede coinvolti i trapper Baby Gang e Simba La Rue arrestati oggi, insieme a 9 persone del loro entourage in relazione a un’aggressione, a colpi di pistole (vere e finte), avvenuta a Milano nella notte tra il 2 e il 3 luglio scorso in via di Tocqueville, una delle strade della movida milanese. In quell’occasione due senegalesi erano stati gambizzati.
Nell’ordinanza del gip si leggono accuse a vario titolo: rissa, lesioni, rapina aggravata e porto abusivo di arma da fuoco. “Una totale astrazione dalla realtà. Non sembra trattarsi di una rissa banale”, ma di un “episodio di grave violenza e sopraffazione originato da una logica di banda e da una volontà di controllo del territorio”, si legge nell’ordinanza del magistrato. Tutto è iniziato la scorsa estate.
Uno dei senegalesi feriti ha raccontato agli investigatori di aver prestato una carta di credito a una persona legata all’entourage dei trapper e di aver subìto numerose minacce dopo le sue richieste di restituzione. La notte dell’aggressione, temendo di incontrare questa persona, il senegalese nasconde in un’aiuola davanti al locale una pistola a salve e uno spray al peperoncino. Una volta uscito dalla discoteca, assieme a un altro connazionale e ad altri amici, incontra il gruppo di Simba e Baby Gang: inizia una lite che degenera in pochi secondi. Il senegalese esplode due colpi e gli altri, quando si accorgono che è una pistola finta, usano la propria vera. Nella ricostruzione delle forze dell’ordine, Baby Gang è immortalato mentre punta una pistola finta contro una guardia giurata arrivata sul posto.
Svolte anche sull’aggressione a Simba La Rue dello scorso 16 giugno, a Treviolo (nell’hinterland di Bergamo): quattro persone sono state arrestate. Il trapper – secondo gli investigatori – è rimasto coinvolto in una vendetta da parte di persone vicine a Baby Touche, rapper padovano sequestrato a Milano una settimana prima. L’agguato a Simba – che rimase ferito da una serie di fendenti – secondo i carabinieri di Bergamo sarebbe stato organizzato dalla fidanzata di Simba, Barbara Boscali. La donna, che nutriva risentimento verso il trapper, avrebbe contattato gli aggressori finiti in carcere tra il quali un parente di Baby Touchè. L’ha “confessato” lei stessa in una telefonata qualche giorno dopo parlando proprio col rapper. “Doveva venire da solo a farti questa cosa, umiliarti”, dice la giovane intercettata e il fidanzato risponde: “Mi hai venduto e basta”.