Non c’è pace per Trastevere. Dopo il caos e il frastuono della movida adesso è guerra agli abusivi. Un’invasione, secondo i residenti e i commercianti, che a giugno per protesta hanno deciso di tenere le saracinesche abbassate per un’intera mattinata. Preoccupati dal crollo delle vendite, i negozianti hanno inviato una lettera pochi giorni fa al sindaco Ignazio Marino descrivendo le attività di un esercito di abusivi che, dalle 21 alle 2 di notte, prende possesso di Trastevere. E da questa denuncia si sono attivati gli agenti del Gruppo sicurezza pubblica emergenziale che in un blitz, lo scorso venerdì sera, hanno identificato oltre trenta abusivi fra piazza Ippolito Nievo e ponte Garibaldi. Un commercio fatto soprattutto da articoli contraffatti e non solo. I vigili, infatti, si sono imbattuti anche in venditori abusivi di bibite e alcolici.
Commercianti sul piede di guerra. Per i negozianti dello storico rione della Capitale la preoccupazione è una sola: da mesi gli affari sono diminuiti e decine di locali hanno chiuso non riuscendo a far fronte alla concorrenza sleale. Adesso con l’estate non è escluso che la situazione possa peggiorare con un incremento delle attività degli abusivi e un crollo delle vendite per i commercianti. La serrata di venerdì scorso ha coinvolto una trentina di esercizi che hanno denunciato gli eccessi della movida romana, a partire dal degrado generale causato da ambulanti e abusivi che stanno trasformando Trastevere in un suk. E d’estate la situazione ha un’impennata: alcol a prezzi stracciati, sosta selvaggia, ma soprattutto abusivi per ogni categoria, dal parcheggiatore agli ambulanti, che spesso piazzano la merce proprio davanti all’ingresso dei negozi. «È un caos – ha dichiarato Dina Nascetti del comitato Vivere Trastevere – Sono negozi storici, che ce la faranno ancora per poco se non ci si decide ad allontanare una volta per tutte gli ambulanti e ripristinare le regole».
Decibel alle stelle. Ma il rione è sul piede di guerra anche sull’atavica questione della movida. Secondo i fonometri di Legambiente il livello di rumore nello storico rione ha superato i livelli di una fabbrica in attività. Residenti e ambientalisti lo scorso venerdì hanno rilevato che il tasso di fracasso nella zona supera gli 80 i decibel facendo scattare l’allarme soprattutto tra gli abitanti che ieri mattina hanno tappezzato i vicoli con 500 locandine di protesta.
“Siamo esausti – ha commentato Nascetti – Serve un intervento urgente perché i decibel superano quelli previsti nelle aree industriali (70 decibel) dove però sono assolutamente vietate le abitazioni”. Le soluzioni del Comitato sono chiare e puntuali: serve un’ordinanza che vieta ai locali non insonorizzati di mettere musica e di diffonderla con le porte aperte. Per quanto riguarda le multe il comitato propone la prima volta dieci giorni di chiusura, alla seconda inadempienza il ritiro della licenza. “Chiediamo a Marino di intervenire. Se nessuno ci ascolterà, ogni vicolo farà una class action contro il Comune”, ha concluso la presidente del comitato.
Federica Macagnone