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HomeEsteri Borrell avverte Teheran: “Contro la repressione, Ue valuta tutte le opzioni”

L'Ue avverte Teheran
"Contro la repressione
valutiamo tutte le opzioni"

Gelo dell'Iran: "Appoggiate rivoltosi"

Farnesina a lavoro per rilascio Piperno

di Andrea Persili06 Ottobre 2022
06 Ottobre 2022

epa10197706 People clash with police during a protest following the death of Mahsa Amini, in Tehran, Iran, 21 September 2022. Mahsa Amini, a 22-year-old Iranian woman, was arrested in Tehran on 13 September by the morality police, a unit responsible for enforcing Iran's strict dress code for women. She fell into a coma while in police custody and was declared dead on 16 September, with the authorities saying she died of a heart failure while her family advising that she had no prior health conditions. Her death has triggered protests in various areas in Iran and around the world. According to Iran's state news agency IRNA, Iranian President Ebrahim Raisi expressed his sympathy to the family of Amini on a phone call and assured them that her death will be investigated carefully. Chief Justice of Iran Gholam-Hossein Mohseni-Eje'i assured her family that upon its conclusion, the investigation results by the Iranian Legal Medicine Organization will be announced without any special considerations. EPA/STR

Mentre donne e giovanissimi continuano a scandire nelle piazza iraniane, “Jin, jiyan, azadi”, “donna, vita, libertà”, e le ragazze occidentali si tagliano ciocche di capelli in segno di solidarietà, anche l’Unione europea batte un colpo contro la repressione della teocrazia iraniana.

Josep Borrell, alto rappresentante della politica estera Ue, chiede non solo di fermare tutte le violenze, rilasciare i detenuti e garantire libere manifestazioni di protesta, ma ha anche affermato che “l’Unione europea sta valutando tutte le opzioni contro la repressione”. Alla condanna delle violenze, costate la vita ad almeno 92 persone secondo alcune Organizzazioni non governative, ha replicato a stretto giro il ministro degli Esteri di Teheran Hossein Amirabdollahian, il quale è pronto a rispondere a qualunque iniziativa politica Ue, considerandola non solo un’ingerenza ma un implicito appoggio a “terroristi e rivoltosi”.

Perché – questa è la tesi che il governo iraniano tira fuori a ogni protesta – chi scende in piazza non è mai un cittadino stanco di imposizioni medievali di un regime oscurantista, ma sempre e comunque un ribelle aizzato dall’Occidente. In ogni caso, al netto della presa di posizione contro le milizie in motocicletta che sparano contro studenti disarmati, l’Ue non può rinunciare alla strada diplomatica. Ne va della salvezza non solo di Alessia Piperno, la ragazza romana incarcerata a Evin per cui la Farnesina è a stretto contatto contatto con le autorità di Teheran, ma anche di altri nove stranieri che sono stati arrestati nel corso delle proteste.

La televisione di Stato iraniana sta già facendo circolare immagini di “confessioni” di spionaggio da parte di due francesi reclusi da maggio scorso. E il rischio di montare “processi farsa” per dimostrare il coinvolgimento occidentale nelle proteste è dietro l’angolo.

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