Dodicesima notte di rivolte e scontri in Iran per la morte di Mahsa Amini, la 22enne che ha perso la vita mentre si trovava in custodia della polizia per non aver indossato il velo correttamente. Il bilancio degli arrestati ha toccato quota tremila.
“Riteniamo che protestare pacificamente sia un diritto del popolo ma protestare in modo pacifico è qualcosa di diverso dal caos e dalla distruzione dell’ordine pubblico di un Paese”, ha affermato il capo della diplomazia di Teheran Hossein Amirabdollahian. E la polizia ha annunciato che farà di tutto per reprimere le rivolte. “Gli agenti di polizia useranno tutta la forza a loro disposizione per contrastare le cospirazioni dei controrivoluzionari, e useranno fermezza contro chi sconvolge l’ordine pubblico e la sicurezza in qualsiasi parte del Paese”, ha detto all’agenzia Fars il comando di polizia. Secondo le stime delle organizzazioni umanitarie le proteste avrebbero già causato 75 vittime.
Arrivano intanto le prime reazioni dall’estero sulla vicenda. “Mahsa dovrebbe essere viva, non lo è per colpa del brutale regime iraniano”, ha detto il segretario di Stato americano, Antony Blinken. La Spagna, nelle ultime ore, ha invece convocato l’ambasciatore iraniano.