La soglia psicologica del 20%, quella al di sotto della quale al Nazareno parlano di disfatta, non è stata raggiunta. Il partito democratico si è fermato al 19%, con uno scarto ampissimo dalla coalizione del centro-destra. Sotto accusa la strategia delle alleanze. Ora la resa dei conti nel partito appare inevitabile. A marzo infatti ci saranno le elezioni del congresso e non si esclude un passo indietro di Enrico Letta.
Un boccone amaro per il leader dem che ieri ha affidato il commento a caldo per riconoscere la sconfitta a Debora Serracchiani. La capogruppo alla Camera ha annunciato un opposizione “importante” in Parlamento e ha ricordato anche la disfatta della Lega.
Infatti i risultati di queste elezioni sono un tonfo pesante anche per il partito di Matteo Salvini che non raggiunge nemmeno il 10%. Ieri il tweet per ringraziare gli italiani dopo le prime proiezioni, poi il silenzio. Dalla sede di via Bellerio, a Milano, nessuno proferisce parola. Un fallimento importante per un partito che ha sempre centrato la sua politica sul “culto” del leader. Leader che ora potrebbe essere a rischio.
E poi c’è Luigi Di Maio, il grande sconfitto nel collegio uninominale della Camera di Napoli Fuorigrotta con la sua presenza a rischio nel prossimo Parlamento. E il suo partito, nel complesso, non ha raggiunto nemmeno l’1%.