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Roma, inizia l’era Marino. Prima riunione del nuovo consiglio comunale, Mirko Coratti eletto presidente dell’ assemblea

di Alessandra Pepe01 Luglio 2013
01 Luglio 2013

Dopo il varo della giunta con 12 assessori invece di 16, oggi in aula Giulio Cesare è in corso di svolgimento la prima riunione del nuovo consiglio comunale col giuramento di Ignazio Marino. Un’ assemblea ridotta per la riforma dello statuto da 60 a 48 eletti, che ha scelto il presidente, i due vice e i due segretari d’aula dopo il confronto con i capigruppo di maggioranza (Pd, Sel, Lista Civica Marino e Centro democratico). Una questione praticamente chiusa con cariche più o meno assegnate.
Gli incarichi per il consiglio. Non c’è stata alcuna incertezza per il nome del nuovo presidente, Mirko Coratti, che aveva già ricoperto questo ruolo nella seconda amministrazione di Walter Veltroni. Coratti, esponente dei popolari del Pd, poteva contare sull’appoggio della maggioranza di centrosinistra, nonostante alcune polemiche interne a Sel, ma anche dell’opposizione, che gli riconosce le caratteristiche giuste per governare l’aula. Una curiosità: in qualità di consigliere anziano Coratti ha guidato la seduta di oggi, anche prima dell’elezione formale da parte del consiglio. Tra i consiglieri di opposizione c’è anche l’ex primo cittadino, Gianni Alemanno: “Nessun rimpianto, penso che in politica non si debba rimanere attaccati alla poltrona, occorre avere sempre una valigia pronta”.
Riguardo ai due vicepresidenti (saranno eletti in serata) il centrodestra ha trovato l’accordo su Giordano Tredicine, il secondo consigliere più votato del Pdl, mentre per il centrosinistra Gemma Azuni. Maggiori incertezze sui due segretari d’aula. La carica potrebbe andare alla lista civica con Franco Marino oppure in pole position c’è Pierpaolo Pedettti del Pd.   Dubbi anche nel centrodestra: il nome caldo è Giovanni Quarzo, o anche Alessandro Onorato della lista di Alfio Marchini, mentre Fratelli d’Italia propone Dario Rossin.  
Gli impegni più urgenti. Sono stati già delineati come: la governance per la municipalizzazione, il lancio di una campagna del decoro urbano e la pedonalizzazione dei Fori imperiali. Il sindaco non ha letto il discorso programmatico nella seduta odierna, ma mercoledì in giunta così che i consiglieri lo possano studiare per presentare i loro emendamenti nell’assemblea capitolina dell’11 luglio. Tra gli adempimenti sospesi resta la modifica del regolamento attuativo dello statuto, che fa riferimento ancora a 60 consiglieri, con una conseguenza che per le presidenze e vicepresidenze delle commissioni, 19 in tutto (12 ordinarie, 7 speciali), non basterebbero i consiglieri, salvo assegnare incarichi doppi o tripli. Il Consiglio dovrà, infatti, tagliare almeno 6 commissioni speciali lasciando quello sulla Trasparenza all’opposizione. In contemporanea con la riunione del Consiglio, i movimenti autogestiti hanno organizzato fuori dal Campidoglio una manifestazione per il diritto alla casa. Una delegazione sarà ricevuta dall’assessore Daniele Azzimo (Emergenza abitativa) e dal vicesindaco Luigi Nieri.
L’importanza della cultura nella nuova giunta. Della squadra di Marino fra sei politici e sei tecnici, che nella sua campagna elettorale per «liberare Roma» aveva promesso l’avvento del regno del «merito e delle competenze», valorizzando i giovani e le donne, c’è anche Flavia Barca, sorella minore dell’ex Ministro per la coesione territoriale Fabrizio, e figlia di Luciano, in passato direttore de L’unità e senatore del Pci. È diventata l’assessore alla “Cultura, creatività e promozione artistica”, secondo la nuova denominazione, ruolo chiave in quanto il neosindaco non ha mai nascosto di voler puntare sul patrimonio artistico per rilanciare l’immagine della Capitale. Romana, classe 1963, laureata in materie umanistiche a Roma, ha conseguito un master in Comunication Policy Studies all’Università di Londra. Ora è docente di Economia dei Media e dell’Information comunication technology alla Sapienza e direttrice dell’Istituto di Economia dei Media della Fondazione Rosselli. Il suo motto è “Non c’è sviluppo senza cultura”.  Flavia Barca vanta, inoltre,  un curriculum fitto di esperienze lavorative, pubblicazioni e consulenze per media e tv, spesso in collaborazione con amministrazioni pubbliche. Fra i primi compiti che attendono il nuovo assessore è affiancare Ignazio Marino nel delicato compito di assegnazione degli incarichi culturali, con nomine strategiche: dalle soprintendenze comunali al Palazzo delle Esposizioni, Macro, Festa del Cinema, Auditorium, Zètema solo per citarne alcune. Poi ci sarà la grande partita dei: teatri, quelli di cintura in particolare, delle biblioteche e dei nuovi spazi per la cultura da edificare e da ripensare. 

di Alessandra Pepe

 

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