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HomePolitica Elezioni, tre giorni al voto, Giorgia Meloni teme Conte. M5s punta all’uninominale

Elezioni, tre giorni al voto
l'incognita del Sud
per il centrodestra

Casa Bianca: "Biden prenderà le misure

al prossimo premier italiano"

di Niccolò Pescali22 Settembre 2022
22 Settembre 2022

Mozarele offerte al leader del M5S, Giuseppe Conte, durante la sua visita al rione Sanità, Napoli, 21 settembre 2022. ANSA / CIRO FUSCO

Oggi è la vigilia della chiusura della campagna elettorale. Anche se i sondaggi degli ultimi 15 giorni prima del voto sono top secret, non ci dovrebbero essere grandi sorprese: il centrodestra comunque dovrebbe mantenere un vantaggio sostanziale. L’attenzione però è tutta catalizzata sul Mezzogiorno, dove si starebbe concretizzando una rimonta sempre più decisa del Movimento 5 Stelle targato Giuseppe Conte. Proprio per questo Giorgia Meloni ha incentrato le ultime tappe del suo tour elettorale tra Bari, Matera, Caserta e Palermo. Dall’estero intanto si guarda con un misto di curiosità e preoccupazione lo svolgimento delle elezioni italiane.

Movimento 5 Stelle, la corsa nel Sud

L’emorragia di voti riguarda principalmente la Lega che al Sud ha perso la maggior parte dei consensi, Forza Italia resiste ma rimane basso e per FdI, quale partito di maggioranza relativa all’interno della coalizione, potrebbe non bastare per competere con il partito di Conte. La questione principalmente riguarda i collegi uninominali dove i Cinque Stelle potrebbero affermarsi come prima forza politica. Complessivamente al Sud sono presenti 31 collegi da assegnare attraverso l’uninominale, e la prospettiva che nella maggior parte di questi i pentastellati possano prevalere impensierisce il centrodestra, che in quel caso potrebbe perdere la maggioranza assoluta al Senato. L’ago che farebbe pendere la bilancia a favore del partito di Conte sarebbe la difesa del Reddito di Cittadinanza, ammortizzatore sociale che vede nel meridione la grande maggioranza dei suoi percettori e che ha un’importanza cruciale per questo territorio in vista delle prossime crisi inflazionistiche ed energetiche.

Lo sguardo dall’estero

Dopo la consegna del premio di “uomo di stato dell’anno” e il discorso all’Onu, Draghi ha rassicurato sul ruolo dell’Italia in merito alla collocazione internazionale. Qualche preoccupazione sulla composizione del nuovo governo era stata anticipata negli scorsi giorni dalla Casa Bianca, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con le autarchie e le sanzioni alla Russia. Un alto funzionario statunitense, a margine dell’assemblea dell’Onu, tuttavia ha affermato che gli Usa “non credono che, a prescindere dall’esito del voto, l’Italia in qualche modo si sfilerà dalla coalizione occidentale dei Paesi che sostengono l’Ucraina. Anche se questo non significa – ha aggiunto – che sarà esattamente lo stesso che con Draghi”. “Chiunque diventerà il nuovo primo ministro in Italia, il presidente americano dovrà parlarci subito e prendere le misure di quella persona e stabilire cosa questo significherà”. In ogni caso, ha detto anche la fonte citata dall’Ansa, “chiunque diventerà il nuovo primo ministro in Italia, il presidente americano dovrà parlarci subito e prendere le misure di quella persona e stabilire cosa questo significherà”.

Facebook citato dal Garante della privacy

Il Garante per la privacy ha inviato a Facebook Italia (Meta) una richiesta urgente di chiarimenti in relazione alle attività intraprese dal social network riguardo alle prossime elezioni. Meta, la società che gestisce Facebook, Instagram e altre piattaforme, ha infatti pubblicamente annunciato di aver avviato una campagna informativa pubblicando promemoria riguardanti fact-checking e articoli che disincentivano al voto. La campagna, indirizzata espressamente agli utenti maggiorenni italiani, sarebbe volta a contrastare la disinformazione, collaborando con organizzazioni indipendenti e  con l’utilizzo di un Centro operativo virtuale per identificare in tempo reale potenziali minacce. Le autorità competenti hanno espresso preoccupazione riguardo al trattamento dei dati personali, memori anche dello scandalo Cambridge Analytica di qualche anno fa – che aveva acceso i riflettori sul legame fra dati personali, social media e uso di quei dati per profilazione e marketing politico-elettorale.

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