Il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, apre il dibattito sul conflitto in Ucraina. Il presidente di Ankara ha “l’impressione” che Vladimir Putin voglia concludere quanto prima la guerra. Ma se, come sostiene Erdogan, per costruire la pace “la restituzione delle terre che sono state invase diventerà molto importante”, i passi da fare sono ancora tanti, vista l’intenzione di Mosca di spingere per indire i referendum per l’annessione delle repubbliche separatiste del Donbass.
“In Uzbekistan, mi sono incontrato con il presidente Putin e abbiamo avuto discussioni molto approfondite con lui”, ha dichiarato Erdogan in un’intervista alla tv americana Pbs, ripresa dal Guardian. Putin, ha aggiunto il presidente, “mi sta dimostrando che è disposto a porre fine a questa situazione il prima possibile. Questa è stata la mia impressione – ha sottolineato Erdogan – perché il modo in cui si stanno svolgendo le cose ora è piuttosto problematico”. L’obiettivo del presidente turco, ha precisato, “è porre fine a questa battaglia con la pace”.
Sulla cessione dei territori occupati, tuttavia, Mosca non è dello stesso avviso. “I referendum nel Donbass sono di grande importanza non solo per la protezione sistemica dei residenti della Repubblica del Lugansk e del Donetsk e di altri territori liberati, ma anche per il ripristino della giustizia storica”, ha dichiarato su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev. “L’invasione del territorio della Russia è un crimine che consente l’uso di tutte le forze di autodifesa”, ha sottolineato Medvedev.
La Russia respinge anche le accuse sulle responsabilità degli occupanti per i 450 morti, di cui due bambini, ritrovati a Izyum, una delle città riconquistate dalle forze ucraine nella regione di Kharkiv. Per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, “si tratta dello stesso scenario di Bucha, è una menzogna, e naturalmente noi difenderemo la verità”.