Non si fermano le proteste in Iran per la morte di Mahsa Amini, la 22enne arrestata perché non portava il velo in modo “appropriato” e morta tre giorni dopo in ospedale a causa delle percosse degli agenti. Secondo una Ong, cinque persone sono morte negli scontri che stanno avendo luogo nelle città di Bukan, Divandareh e Saghez. Cortei anche in diverse università, comprese quelle di Teheran.
Il segretario di Stato degli USA Antony Blinken si è schierato con le donne iraniane che, in segno di protesta, hanno bruciato i loro hijab e si sono tagliate i capelli. Mahsa Amini “dovrebbe essere viva oggi. Invece, gli Stati Uniti e il popolo iraniano sono in lutto”, scrive Blinken su Twitter. “Chiediamo al governo iraniano di mettere fine alla sistematica persecuzione delle donne e di consentire le manifestazioni pacifiche”.
Questa mattina l’Onu ha denunciato “la violenta repressione” alle manifestazioni. “La tragica morte di Mahsa Amini – ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ad interim, Nada Al-Nashif – e le accuse di tortura e maltrattamenti devono essere indagate in modo rapido, imparziale ed efficace da un’autorità indipendente competente, assicurando, in particolare, che la sua famiglia abbia accesso alla giustizia e alla verità”.