La Juventus che perde con il Monza e l’Inter che viene sconfitta dall’Udinese. Sono i due risultati più clamorosi della settima giornata di campionato, che aprono la crisi delle squadre di Massimiliano Allegri e Simone Inzaghi.
I bianconeri sono ottavi in classifica con 10 punti e hanno conquistato appena due vittorie nelle prime nove uscite stagionali tra Serie A e Champions League. Troppo poco per una squadra che ha l’obbligo di lottare per vincere, nonostante le attenuanti. Le assenze di Pogba e Chiesa, oltre a quella a intermittenza di Di Maria (ieri protagonista in negativo con l’espulsione che ha costretto i suoi a giocare in dieci per tutto il secondo tempo) non possono giustificare un rendimento così deficitario. Allegri è accusato di non far giocare bene la squadra e negli ultimi tempi sembra aver perso sia le redini dello spogliatoio che il feeling con la dirigenza, ma al momento resta saldo al suo posto, grazie anche a un contratto milionario che non ne facilita l’esonero.
Le scelte di formazione e soprattutto i cambi a gara in corso rappresentano, invece, ciò che viene imputato a Simone Inzaghi. La sua Inter ha già raccolto tre sconfitte in Serie A, un’enormità se si considera che lo scorso anno erano state quattro in tutto il campionato. A Udine i nerazzurri si sono spenti dopo il gol di Barella e hanno subito la vivacità della squadra di Andrea Sottil. Intraprendenza bianconera che ha portato alle ammonizioni di Bastoni e Mkhitaryan, sostituiti da Inzaghi al 30’ del primo tempo. L’uscita di Dzeko, il migliore dei suoi in attacco, a favore di un evanescente Correa, e quella di Acerbi per de Vrij, protagonista in negativo in occasione del 2-1 dell’Udinese, hanno completato il quadro di una partita che, secondo diversi esperti, il tecnico non ha letto bene.
Ora c’è la sosta. Al ritorno in campo Allegri e Inzaghi saranno chiamati a un cambio di passo.