“Non ci sono italiani nel dossier”. Con queste parole il sottosegretario Franco Gabrielli, autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, spegne le polemiche dei giorni scorsi dopo l’audizione questa mattina alla sede del Copasir di Palazzo San Macuto a Roma in merito ai presunti fondi russi ai partiti.
Nel corso dell’audizione “sono stati forniti elementi, riguardanti le recenti dichiarazioni rese dall’amministrazione Usa in ordine alle attività di ingerenza russa nei processi democratici di diversi Paesi, dai quali non sono emersi profili concernenti la sicurezza nazionale del nostro Paese”, spiega il presidente del Copasir, senatore Adolfo Urso.
Federica Dieni, vicepresidente del Copasir
Una questione che, secondo il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, “va affrontata con prudenza e cautela, ci sono gli organismi preposti”. Inoltre, spiega Guerini a Radio 24, “il documento americano è solo uno dei rapporti, delle testimonianze sull’attività malevola ai fini del condizionamento delle dinamiche politiche che vedono Paesi terzi impegnati, tra cui la Russia”. Al quotidiano “Domani” Guerini ha invece dichiarato: “Al di là delle questioni emerse in queste ore e da approfondire, è innegabile che tra alcune forze o figure politiche italiane e la Russia di Putin ci siano state simpatie e relazioni anche con accordi formali di collaborazione come quello, ad esempio, tra la Lega e Russia Unita del 2017”.
Non si esclude però che la vicenda possa avere un seguito; se nei giorni passati aveva ipotizzato l’esistenza di altri dossier, oggi il titolare della Farnesina Luigi Di Maio consiglia “prudenza” e parla di “troppe ombre sui rapporti della Lega con Putin”.
Il ministro, a margine di un’iniziativa elettorale a Napoli, ha inoltre affermato: “Non bisogna sparare nessuna cosa fuori da quello che si sa ma l’accertamento di un Parlamento che nella prossima legislatura faccia una Commissione d’inchiesta è molto importante”.