Aziende e posti di lavoro sempre più in bilico secondo l’ultima analisi di Confartigianato. “Il caro energia – si legge nel rapporto – mette a rischio 881.264 micro e piccole imprese con 3.529.000 addetti, pari al 20,6% dell’occupazione del sistema imprenditoriale italiano”. Il report dell’associazione mette in evidenza “l’impatto sempre più vasto e pesante della folle corsa dei prezzi di gas ed elettricità sulle aziende di 43 settori”. Il presidente Marco Granelli avverte: “Rischiamo un’ecatombe”.
La regione più a rischio è la Lombardia che vede in pericolo 139mila aziende e 751mila lavoratori. Le condizioni migliori si registrano invece in Sicilia che conta 63mila imprese e 165mila occupati. Le attività più esposte “alla minaccia del lockdown energetico e addirittura della chiusura – evidenzia il rapporto di Confartigianato – sono quelle energy intensive: ceramica, vetro, cemento, carta, metallurgia, chimica, raffinazione del petrolio. Poi ancora alimentare, bevande, farmaceutica, gomma e materie plastiche e prodotti in metallo.
Il tema sarà al centro degli incontri al via da oggi tra Confartigianato e i leader dei partiti: si inizia con Giuseppe Conte e Antonio Tajani; mercoledì 14 settembre con Enrico Letta, Matteo Salvini e Carlo Calenda. Infine Giorgia Meloni giovedì 15 settembre.