HomeCronaca Ritrovato l’aereo di Missoni a 70 metri di profondità. Le famiglie degli scomparsi: «Si continui a indagare sulle cause dell’incidente»

Ritrovato l’aereo di Missoni a 70 metri di profondità. Le famiglie degli scomparsi: «Si continui a indagare sulle cause dell’incidente»

di Fabio Grazzini28 Giugno 2013
28 Giugno 2013

Dopo più di cinque mesi sono stati individuati i resti dell’aereo YW2615 del tipo Islander sul quale, lo scorso 4 gennaio, prima di precipitare, viaggiava lo stilista Vittorio Missoni. A riferirlo è la stampa venezuelana, che ha fatto da cassa di risonanza a un tweet lanciato dal ministro dell’Interno, Jorge Galindo. Una notizia subito confermata sia dalla famiglia del figlio dello stilista che dalla Farnesina.

Il ritrovamento. Le ricerche, sempre concentrate nella zona di oceano atlantico sorvolata dall’aeroplano al momento della sua scomparsa – la tratta Los Roques-Maiquetia – hanno portato alla localizzazione del relitto nelle acque a nord dell’Arcipelago di Los Roques, a più di70 metri di profondità. La scoperta è stata possibile grazie alle sofisticate tecnologie presenti sulla nave oceanografica statunitense Deep Sea. Fondamentale per il suo riconoscimento è stato il numero di matricola, fortunatamente ancora riconoscibile sulla carlinga del velivolo, spezzato in più tronconi sul fondale marino al largo del Venezuela.

La gratitudine dei familiari. Al momento della tragedia, sul velivolo bimotore, oltre a Vittorio Missoni (figlio di Ottavio, il celebre stilista 92enne venuto a mancare di recente e fondatore del marchio di moda), erano presenti la compagna Maurizia Castiglioni, due amici – l’imprenditore Guido Foresti ed Elda Scalvenzi – il pilota Hernan José Marchan e il copilota Juan Carlos Ferrer Milano.
Le famiglie italiane degli scomparsi, venute a conoscenza del ritrovamento, hanno immediatamente reso pubblica una nota: «In questo momento in Venezuela sono in fase di valutazione le attività per il possibile recupero del velivolo. Le famiglie ringraziano il governo venezuelano e il governo italiano per l’impegno nel rendere possibile questa ricerca e confidano che le indagini proseguiranno fino all’accertamento delle cause e delle responsabilità dell’incidente».

 

Fabio Grazzini

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