L’Iran rischia l’esclusione dai Mondiali 2022 in Qatar. In occasione della partita del 29 marzo contro il Libano, a duemila donne che avevano acquistato il biglietto è stato impedito di entrare allo stadio. Secondo alcuni media, sono state allontanate utilizzando spray al peperoncino.
La Federation Internationale de Football Association (FIFA) ha appreso con preoccupazione la mancata ammissione delle donne al match di Mashhad e ha chiesto maggiori informazioni in merito all’accaduto. “Ci arrivano voci preoccupanti dalla FIFA e dalla confederazione asiatica”, ha avvertito un membro del consiglio della Federcalcio iraniana.
In queste ore il Congresso della Federazione internazionale, radunato a Doha, potrebbe prendere una decisione. La fattispecie può essere configurata come una violazione del regolamento FIFA, secondo cui “il Congresso può espellere un’associazione membro solo su richiesta del Consiglio” se “viola gravemente gli Statuti, i regolamenti o le decisioni della FIFA”.
Da qui l’ipotesi di un clamoroso ripescaggio dell’Italia, che può fare affidamento sull’articolo 6 del regolamento della Federazione: “Se una qualsiasi associazione si ritira o viene esclusa dalla competizione, la FIFA deciderà sulla questione a sua esclusiva discrezione e intraprenderà qualsiasi azione si ritenga necessario”. La Nazionale italiana è la squadra col coefficiente più alto tra le squadre rimaste fuori, e anche la squadra campione d’Europa, ma l’ipotesi per gli azzurri di andare in Qatar è piuttosto remota.
“Sono stati compiuti progressi storici”, si legge in una nota della FIFA, facendo riferimento a ottobre 2019, quando migliaia di donne sono state ammesse allo stadio per la prima volta in 40 anni, e più recentemente quando alcune tifose hanno avuto nuovamente accesso alla partita di qualificazione alla Coppa del Mondo giocata lo scorso gennaio a Teheran. “La FIFA si aspetta che ciò continui, poiché non si può tornare indietro”, conclude.
Una presa di posizione che appare come una smentita indiretta all’ipotesi di esclusione dell’Iran dal Mondiale, alla vigilia di una competizione già bersagliata dalle critiche per la mancata tutela dei diritti dei lavoratori.