“Si vis pacem, para pacem”. E qualche segnale inizia a vedersi. Ieri il premier italiano Mario Draghi ha sentito telefonicamente Vladimir Putin: “Presidente, la chiamo per parlare di pace”, ha esordito il primo ministro. Quarantacinque minuti di colloquio per mettere la prima pietra di un negoziato che porti al cessate il fuoco. Proprio l’obiettivo che si spera Ucraina e Federazione russa riescano a raggiungere negli incontri di domani in Turchia. Lo scopo è arrivare finalmente alla de-escalation del conflitto dopo più di un mese dall’inizio dell’invasione russa. Malgrado il pessimismo che si respira a Kyev.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha infatti ribadito che per ora gli incontri vanno avanti, ma non c’è nulla di concreto. Anche perché i nodi da sciogliere rimangono tutti sul tavolo. Più ottimista invece la Turchia, che parla di un possibile incontro di alto livello entro due settimane a cui potrebbe partecipare anche Putin. La piattaforma di partenza al momento resta quella del “no all’Ucraina nella Nato, ma sì nella Ue”. Ma domani nei colloqui di pace a Istanbul si dovrà discutere anche delle sorti della Crimea e del Donbass. Temi su cui le distanze rimangono siderali. La Russia li rivendica, mentre Kiev continua a respingere l’idea di uno smembramento territoriale. Passi avanti invece sullo status di neutralità dell’Ucraina.
Un argomento da cui la diplomazia tenta di ripartire per trovare la quadra. Proprio nella telefonata di ieri Putin ha espresso a Draghi cauto ottimismo sui negoziati con riferimento all’ipotesi di una garanzia internazionale per lo stato di neutralità dell’Ucraina. Il presidente del Consiglio ha intrecciato la questione con le richieste di un immediato cessate il fuoco e la creazione di veri corridoi umanitari da Mariupol. Insomma, si contratta seriamente. Persino sul gas. Putin si è limitato a descrivere il nuovo sistema di pagamento in rubli, e Draghi ne ha preso atto. Ma il punto rimane un altro. Le sanzioni occidentali e le (eventuali) reazioni russe, ha lasciato intendere il premier italiano, sono tutte subordinate al processo di pace e alla protezione dei civili. I due leader si sono impegnati a rimanere in contatto. Domani alle nove le delegazioni russe e ucraine si incontreranno nella capitale turca. Staremo a vedere chi davvero vuole preparare la pace. E chi no.