Bruno Cignini è zoologo e docente presso il dipartimento di biologia l’università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. In passato ha lavorato per il Dipartimento Tutela ambientale del Campidoglio. A Lumsanews spiega le cause che spingono i cinghiali verso le città.
Quanti sono i cinghiali a Roma?
“È impossibile sapere il numero esatto. Ci sarà qualche migliaio di esemplari sparsi nei parchi. Dobbiamo considerare che Roma ha ben 22 parchi, alcuni molto grandi che si infilano dentro la città. Un esempio è il Parco Regionale di Veio che confluisce nella Riserva naturale dell’Insugherata, proprio vicino al punto in cui c’è stato l’ultimo avvistamento. In generale i cinghiali si muovono in gruppi, formati dalle madri e i loro piccoli. Il maschio frequenta il gruppo solo nel periodo riproduttivo”.
Perché i cinghiali entrano in città?
“L’ungulato è una specie che si adatta molto facilmente. In genere sta all’interno dei parchi, ma può accadere che alcuni gruppi si avventurino in città perché ci sono molti rifiuti organici. Per loro è cibo. Questo avviene soprattutto nelle aree in cui i parchi entrano all’interno di Roma, penso alla zona della cassia e della flaminia. I cinghiali sono principalmente animali crepuscolari e notturni ma negli ultimi anni li vediamo aggirarsi di giorno nelle città, dove non rischiano di incontrare il loro predatore numero uno, ovvero il lupo. Proprio qualche giorno fa io li ho visti scorrazzare in zona Balduina, dove c’è il Parco regionale urbano del Pineto. transitavano indisturbati tra la gente”.
Oltre ai rifiuti, molti pensano che la presenza degli ungulati a Roma è causata dall’assenza di adeguate recinzioni intorno ai parchi.
“Alcuni parchi occupano migliaia di ettari, come il parco della Marcigliana che si estende per 6 mila ettari. Non è possibile recintarlo tutto. Poi ci sono anche diverse strade che attraversano i parchi. Tra l’altro in via Panattoni, nei pressi dell’Insugherata, la recinzione c’è ma il cinghiale è abbastanza potente da smuoverla. Insomma la recinzione non può essere un ostacolo per il cinghiale. Passa ovunque, anche attraverso fossi e canali. È impossibile recintarli e tenerli nei parchi”.
Quanto sono pericolosi i cinghiali per l’uomo?
“Incontrare un cinghiale di per sé non rappresenta un rischio per l’uomo. Il cinghiale non ha nessun interesse ad attaccare. Può diventare pericoloso solo in due casi: quando circolano per strade trafficate da auto e motociclisti e quando sono presenti cuccioli molto piccoli. In quest’ultimo caso, le femmine tendono ad essere molto protettive nei confronti con la prole, soprattutto quando l’uomo ha con sé un cane. il cane per il cinghiale rappresenta il lupo”.
Come bisognerebbe intervenire per eliminare qualsiasi rischio?
“Esiste già un protocollo d’intesa tra il Comune di Roma e la Regione Lazio. Secondo questo accordo, il Comune avrebbe dovuto tenere la città pulita e la Regione, in collaborazione con l’Ente Roma Natura, si sarebbe dovuto occupare della cattura degli animali e il loro trasferimento alle industrie di trasformazione delle carni. Tuttavia, il progetto non è mai realmente decollato sia perché l’Ente si è scontrato con le associazioni animaliste, sia perché il Comune non ha mai fatto quanto promesso. Tutto si è trasformato in un rimpallo di responsabilità. Bisognerebbe rifare totalmente questo protocollo e coinvolgere anche realtà ministeriali come l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), con il compito di approvare i piani di intervento. Poi bisognerebbe lavorare anche sulla comunicazione ai cittadini, sensibilizzandoli al tema”.