Giugno 2016, dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia e le sanzioni occidentali a Mosca, il senatore leghista Paolo Tosato, con un’interrogazione parlamentare, chiede al governo italiano di sospendere le sanzioni contro Mosca. All’origine dell’interrogazione testi – scritti da una collaboratrice del milionario russo Konstantin Malofeev, sostenitore del presidente Vladimir Putin – inviati al senatore leghista, a cui sarebbero andati 20mila euro. A ricostruire i fatti è L’Espresso, che parla di contatti, anche economici, tra il Carroccio e la Russia. Immediata la replica della Lega: “Inaccettabile falsità. Il senatore Tosato non ha mai preso un centesimo da Mosca, né ha assecondato richieste del Cremlino”.
Inoltre, dall’inchiesta del quotidiano, emerge un giro di relazioni tra l’estrema destra europea e i russi, in nome di un fronte sovranista internazionale, che va dalla Lega Nord di Matteo Salvini ai partiti nazionalisti e xenofobi di Germania, Austria, Olanda e altri paesi della Ue, che cerca appoggi e organizza incontri da tenere segreti con la cerchia degli oligarchi che sostengono Putin. Nelle varie mail di cui si legge nell’inchiesta della rivista romana, Gianluca Savoini, già portavoce di Salvini, risulta essere il mediatore tra la Lega e Malofeev. Lo stesso Savoini – ricorda Repubblica, che questa mattina ha dedicato un pezzo all’inchiesta della rivista – è ancora indagato dalla procura di Milano per l’incontro all’hotel Metropol di Mosca con tre emissari russi per trattare un finanziamento alla Lega attraverso una fornitura di gasolio all’Eni.
La replica del Carroccio è dura: “Il senatore Tosato – che non è mai stato in Russia in vita sua – aveva presentato una interrogazione al governo, cioè una semplice domanda, con l’obiettivo di ricevere rassicurazioni sulle esportazioni italiane”. Inoltre, Tosato e la Lega fanno sapere, con una nota, che chiederanno un milione di risarcimento danni a testa. La cifra del risarcimento sarà interamente devoluta agli orfani di guerra ucraini.