L’Italia è il secondo più grande consumatore d’acqua d’Europa. Gi investimenti nel settore idrico nel nostro paese sono rivolti in primo luogo al contenimento dei livelli di perdite (32%), nelle condotte fognarie (21%) e per gli impianti di depurazione (14%). Ad allarmare è il consumo pro capite di acqua potabile che si mantiene assai elevato: 236 litri per abitante al giorno nei Comuni capoluogo e Città metropolitane nel 2020, contro una media europea di circa 125 litri.
Il rapporto
E’ quanto emerge dal nuovo Blue Book, la monografia completa dei dati del Servizio idrico integrato, realizzato dalla Fondazione Utilitatis in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti e Istat in occasione della Giornata mondiale dell’acqua. Le procedure di infrazione per la mancanza o inadeguatezza del trattamento delle acque reflue urbane interessano ancora 939 agglomerati urbani per 29,7 milioni di abitanti. Il 73% delle procedure d’infrazione si concentra nel Mezzogiorno, dove in larga parte il servizio è gestito direttamente dai comuni. La dispersione di acqua dalle reti rimane consistente e risultano rilevanti differenze geografiche.
Investimenti idrici
Gli investimenti realizzati hanno registrato una crescita costante a partire dal 2012 con il trasferimento delle competenze di regolazione e controllo all’Arera, ricorda il Blue book. Stefano Pareglio, presidente della Fondazione Utilitatis ha voluto sottolineare i benefici dell’impulso positivo della regolazione: “Negli ultimi anni il comparto idrico si è messo in moto, segnando un deciso cambio di passo dopo decenni di investimenti del tutto insufficienti”. Con il PNRR sono stati destinati alla Tutela del territorio e della risorsa idrica 4,4 miliardi di investimenti. Per il raggiungimento degli obiettivi indicati sono già stati finanziati su tutto il territorio nazionale 75 progetti di manutenzione straordinaria e di potenziamento e completamento delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura primaria, per un totale di 2 miliardi. Inoltre, sono già state assegnate risorse pari a circa 300 milioni di euro, dedicate alla riduzione delle perdite di rete e digitalizzazione delle infrastrutture nelle regioni del Sud Italia.
Lo spreco
Resta inoltre il problema dello spreco idrico. Nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi al giorno per km di rete nei capoluoghi di provincia/città metropolitana, il 36,2% dell’acqua immessa in rete. Secondo l’Istat, in 11 Comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, tutti nel Mezzogiorno, sono state adottate misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua. Nel 2021 l’86% delle famiglie si dichiara comunque soddisfatto del servizio idrico, mentre il 65,9% delle persone di 14 anni e più è attento a non sprecare acqua.