Durante i primi sei mesi di pandemia, i casi di disturbi del comportamento alimentare sono aumentati del 40% rispetto ai primi 6 mesi del 2019. Nel primo semestre 2020 sono stati rilevati 230.458 nuovi casi contro i 163.547 del primo semestre 2019. È quanto emerge dai dati presentati oggi in occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla. Questi sono relativi a una survey, conclusasi a febbraio 2021, basata sull’incrocio di diversi flussi informativi analizzati dal Consorzio interuniversitario Cineca. È in evoluzione, inoltre, la mappa dell’Istituto Superiore di Sanità degli oltre 100 centri accreditati.
Il carico assistenziale globale dei nuovi casi e quelli in trattamento è di 2.398.749 pazienti. Tuttavia, esiste una grande quota di pazienti che non arriva alle cure. I dati poi rivelano anche un ulteriore abbassamento dell’età di esordio: il 30% di coloro che soffrono di questi disturbi è sotto i 14 anni e c’è una maggiore diffusione nella popolazione maschile.
Risultano in carico al 65% dei Centri censiti quasi 9.000 utenti, prevalentemente donne: il 90% rispetto al 10% di uomini.
“Bisogna assicurare servizi e strutture sanitarie adeguate per la diagnosi e la cura dei disturbi alimentari. Questo perché il malessere va individuato il prima possibile per approntare gli opportuni percorsi terapeutici attraverso la collaborazione tra figure professionali”. Lo afferma il presidente della Camera Roberto Fico, che poi aggiunge: “Occorre per un verso sensibilizzare famiglie e cittadini, sull’impatto di queste patologie. Per altro verso, è necessario promuovere la cultura della corretta alimentazione, a partire dalle mense scolastiche”.