Il governo punta a sfornare entro questa settimana un decreto energia per calmierare gli aumenti di benzina, luce e gas, mentre la Procura di Roma apre un’indagine per verificare le ragioni degli incrementi. Lo Stato italiano nel suo complesso cerca una soluzione contro il rincaro dei prezzi. Il gas al dettaglio sta sopra i 2,3 euro al litro, la benzina sfiora i 2,21 e al ministero del Tesoro e della Transizione energetica si pensa già a misure concrete da discutere in Consiglio dei ministri, probabilmente già giovedì.
La prima è quella di rateizzare le bollette, distribuendole in un lasso di tempo più ampio per dare respiro a famiglie e imprese. Poi si passa al taglio delle accise che, insieme all’Iva, pesa per il 64% sul prezzo finale del carburante. Infine, ed è la posizione del fronte progressista, si ragiona sull’introduzione di una tassa sugli extra profitti delle compagnie energetiche e un assegno per aiutare le famiglie in difficoltà. Il tutto da realizzare in coordinamento con l’Unione europea. Sembra infatti stia prevalendo l’idea italiana di fissare un tetto comune europeo ai prezzi di importazione del metano. Unica resistenza quella olandese che teme ripercussioni sul mercato di Amsterdam dove si contratta il prezzo del gas.
L’obiettivo è non perdere tempo. Ieri in Italia 70mila tir si sono fermati e le industrie temono lo stop degli impianti con gravi ripercussioni commerciali. Il momento è grave e anche la magistratura è intervenuta. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine sull’aumento del prezzo di gas, energia elettrica e carburanti. Si tratta di un procedimento al momento contro ignoti, senza indagati e senza ipotesi di reato. Ma il nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma della Guardia di Finanza ha già iniziato gli accertamenti, mentre crescono allarmi da parte di centri studi e imprenditori. Segno che “deep state” e alta finanza vogliono una risposta immediata e unitaria del governo Draghi.
