Alla pseudo-vigilia del termine dello stato di emergenza fissato per il 31 marzo, in Italia la curva dei contagi legati al Covid torna a salire dopo settimane di discesa costante. Secondo il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta questa situazione è dovuta alla variante Omicron 2 e al calo della protezione della dose booster, soprattutto sui soggetti giovani.
In merito ai vaccini è intervenuto a La Repubblica l’immunologo del Cts Sergio Abrignani. Ha spiegato che si sarebbero potuti evitare migliaia di morti con la vaccinazione: “Dal primo gennaio al 28 febbraio di quest’anno sono morte 17 mila persone per il Covid. Di queste, circa il 55% non aveva fatto il vaccino. Vuol dire più di 9mila cittadini – fa i conti l’esperto -. Se teniamo conto che il vaccino protegge al 90% dalla malattia grave, ricaviamo che in circa 8 mila potevano salvarsi se si fossero vaccinati”.
Abrignani si è poi soffermato sull’obbligo vaccinale per gli over 50: “Da quando è entrato in vigore hanno aderito tra i 450 e i 500 mila over 50. Potevano essere di più ma comunque abbiamo risparmiato 1.500 morti”, sottolinea. Attualmente le infezioni sono di meno rispetto all’inizio dell’anno, però “i decessi tra i non vaccinati sono comunque 2 mila al mese”. L’immunologo è inoltre intervenuto sull’obbligo della mascherina al chiuso: “Dovrebbe rimanere, la scienza dimostra che la Ffp2 protegge di più al chiuso. Mantenerla è una conseguenza logica”.
Intanto secondo i dati Agenas l’occupazione dei posti nei reparti di area non critica da parte di pazienti Covid è attualmente stabile al 13% a livello nazionale. A livello giornaliero però cresce in 10 regioni: Calabria (al 29%), Campania (14%), Liguria (16%), Lombardia (8%), Marche (16%), Molise (14%), Sardegna (20%), Sicilia (23%), Toscana (13%), Umbria (25%). Occupazione stabile anche per le terapie intensive, al 5%.