C’è apprensione per il gran numero di rifugiati in fuga dall’Ucraina a causa della guerra. A preoccupare è anche il risvolto sanitario dell’afflusso verso l’Europa, dato che il 63,8% dei cittadini ucraini non ha ancora ricevuto il vaccino anti-Covid.
Come evidenziato dalla Fondazione Gimbe, migliaia di rifugiati potrebbero approdare in Italia nei prossimi giorni, il che potrebbe comportare un significativo aumento dei contagi.
Una situazione che il nostro Paese non può permettersi di sottovalutare. “I piani del governo per accogliere queste persone dovranno includere la vaccinazione di anziani e fragili provenienti dalle zone di guerra, evitando diseguaglianze tra le regioni”, ha ammonito il presidente Gimbe, Nino Cartabellotta.
Se in Ucraina si registra un basso tasso di vaccinazioni, il nostro Paese continua invece a ottenere grandi risultati su questo fonte. Come riferisce la stessa Fondazione Gimbe, l’Italia è fra le nazioni con la più bassa percentuale di popolazione non vaccinata, pari al 16,1%. Ben l’83,4% degli italiani ha completato il ciclo vaccinale, mentre solamente lo 0,3% delle persone immunocompromesse ha ricevuto la quarta dose.
Intanto, continuano ad arrivare notizie rassicuranti sul fronte contagi. Per la quinta settimana consecutiva calano infatti i nuovi casi di Covid-19, con una percentuale del -21,1%. Scendono anche i decessi del 18,6%. In tutte le regioni si riduce la percentuale dei nuovi casi: si passa dal -2,5% della Calabria al -34,1% della Sardegna. Sulla stessa scia anche la situazione negli ospedali. Dal 23 febbraio al 1 marzo, infatti, i posti letto occupati da pazienti Covid con sintomi nei reparti di area medica sono diminuiti del 20% rispetto alla settimana precedente.