“Abbiamo davanti una stagione di ripresa e riforme. Dopo i traumi della pandemia, le giurisdizioni devono impegnarsi ulteriormente verso una maggiore efficienza e velocità di risposta, mantenendo il necessario rigore”. Queste le parole del premier Mario Draghi all’insediamento di Franco Frattini al Consiglio di Stato. Il messaggio, nemmeno troppo criptato, sembra essere direzionato anche alla maggioranza che sostiene il premier, sempre più incline a tumulti interni.
C’è ancora la Lega a far tremare la maggioranza. Il Carroccio ha presentato in commissione Affari sociali, alla Camera, un emendamento per l’eliminazione del Green Pass a partire dal 31 marzo, giorno in cui dovrebbe terminare lo stato di emergenza per la pandemia.
La giornata in commissione è iniziata nel caos. Il testo, che approderà domani in Aula a Montecitorio ha ricevuto forti contestazioni da Pd, M5S, Leu, una parte di Forza Italia e Italia Viva. La seduta è stata sospesa e poi ripresa nel pomeriggio per trovare un un accordo tra i leader, ed è terminata con la bocciatura del provvedimento proposto dal Carroccio. Il risultato è un’altra divisione all’interno della maggioranza: il testo, infatti, è stato respinto con 22 voti contrari, 13 favorevoli (Fratelli d’Italia, Lega e Alternativa) e 5 astenuti (Forza Italia).
Proprio Berlusconi, parlando per conto di Forza Italia, che si è astenuta, ha cercato di mediare nella disputa proponendo l’idea di un progressivo allentamento delle restrizioni. In una nota il Cavaliere ha fatto sapere che il suo partito è “al lavoro per scrivere un piano di graduale dismissione del Green pass a partire dai contesti che, secondo gli esperti, risultano meno pericolosi per la salute pubblica”.
Il segretario del Pd, Enrico Letta però non ha gradito la mossa a sorpresa dei leghisti e ha definito “l’emendamento fuori da una logica di maggioranza”. Ha poi rincarato la dose chiedendo “serietà a tutti perché è l’unico modo affinché questo lavoro comune, che abbiamo chiesto al presidente Draghi, vada avanti con efficacia”.