Le Borse europee tirano il fiato dopo l’allentamento della tensione in Ucraina. Ma nonostante i segnali di disgelo, i listini europei restano in allerta. Inoltre, il rendimento del Btp decennale torna a toccare la soglia psicologica del 2%, per poi ritracciare all’1,99%. È la prima volta da maggio 2020. Si allarga lo spread con il bund tedesco che tocca quota 166 punti.
Da un lato, il ritiro di parte delle truppe russe dal confine ucraino. Dall’altro, le parole del presidente americano Joe Biden, che ha ribadito di ritenere l’invasione russa “un rischio concreto”. “Sembra che la Russia stia continuando ad ammassare le truppe”, ha affermato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Il tutto ha provocato un rialzo modesto dei listini europei, con Parigi e Francoforte che avanzano dello 0,3%. Londra si appiattisce con Milano, che aveva avviato la seduta con + 0,36% a 27.065 punti. I timori di una guerra nel confine orientale europeo si uniscono a quelli di una corsa dei prezzi apparentemente inarrestabile. Un’impennata che potrebbe costringere la Bce ad anticipare una stretta monetaria che la vede in ritardo rispetto alle altre banche centrali.
Il rialzo del rendimento del Btp è, invece, una conseguenza dei timori degli investitori per una progressiva riduzione degli acquisti di bond da parte della Banca centrale europea nei prossimi mesi. Preoccupazioni alimentate anche dalle parole di Francois Villeroy de Galhau, membro del Consiglio direttivo Bce e presidente della Banca di Francia intervenuto alla London School of Economics. Villeroy ha dichiarato che Francoforte potrebbe interrompere l’acquisto di asset del programma convenzionale “App”, Asset Purchase Programme, già nel terzo trimestre del 2022. Il tutto senza innescare un aumento dei tassi di interesse subito dopo, evitando, ha affermato Villeroy, di “alimentare i timori di un effetto eccessivamente brutale”.