La riforma delle concessioni balneari, oggi sul tavolo del Consiglio dei Ministri, sarà interrotta con un emendamento al disegno di legge delega sulla concorrenza. È quanto si apprende da alcune fonti di governo, che sarebbe orientato a porre fine al sistema delle proroghe e favorire un graduale ritorno alla concorrenza. Prima del Cdm il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, organizzerà un incontro con le Regioni, con l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) e con l’Unione province d’Italia (Upi), per condividere le linee guida del provvedimento al quale sta lavorando l’esecutivo.
Il Consiglio di Stato nelle scorse settimane ha ridotto la proroga delle concessioni – decisa dal primo governo Conte nel 2018 – dal 2033 al 2023. Una scadenza ravvicinata che spinge il governo ad accelerare sui tempi e a rimuovere ogni ostacolo che impedisca il varo della legge sulla concorrenza, fondamentale riforma per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e per evitare una procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea. In ballo ci sono circa 30mila concessioni demaniali e il destino di 7mila famiglie e imprese che gestiscono gli stabilimenti balneari. Per non danneggiare le aziende di tipo familiare i cui redditi derivano prevalentemente dall’attività di uno stabilimento, verranno previsti trattamenti specifici.
“Noi siamo sotto un attacco inaudito da circa un mese a questa parte”, dichiara il presidente di Assobalneari, Fabrizio Licordari, che aggiunge: “Abbiamo di fronte la magistratura e Palazzo Chigi che sta cercando di fare tutto il possibile per mettere in liquidazione le spiagge italiane”. Licordari spera nell’aiuto di Lega e Forza Italia, nonostante “anche loro non conoscono il testo” del provvedimento. Secondo la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, la soluzione “non è espropriare aziende italiane che hanno investito per dare queste concessioni a multinazionali straniere che hanno un potere che gli imprenditori italiani non hanno”.
Il ddl concorrenza è attualmente all’esame del Senato ma il dibattito parlamentare è molto acceso: ieri alla Camera, Fratelli d’Italia ha presentato una mozione che propone di portare a 99 anni la durata delle concessioni demaniali e la maggioranza non è riuscita a contrapporre un testo alternativo.