Si scrive Sulcis-Iglesiente, si legge miniere. Con molteplici stabilimenti minerari attivi tra la fine dell’800 e la fine del ‘900, la zona sud-occidentale della Sardegna è stata un punto di riferimento per i lavoratori di questo settore, poi interamente dismesso Operai, impiegati, medici e dirigenti delle miniere del Sulcis, nel tentativo di preservare la memoria di quegli anni, hanno avviato nel 2010 il progetto “il lavoro e la memoria”, dove hanno raccontato le loro esperienze lavorative. La raccolta è online e la si può trovare nella biblioteca digitale del Ministero della Cultura “Ti racconto la storia”.
Nato dall’idea di Pietro Angelo Tocco, per anni responsabile dell’Archivio storico minerario di Igea (la nuova Società Italiana Miniere), il lavoro è stato realizzato in collaborazione con l’antropologa Agostina Bua e la storica Francesca Allenza, che hanno curato le interviste. Si sono occupate della pubblicazione anche il dipartimento di Scienze della formazione dell’università Roma Tre, la Soprintendenza archivistica della Sardegna e l’Istituto centrale per gli archivi.
Liliosa Azara, docente di Storia contemporanea e Storia delle donne a Roma Tre, intervenuta ai microfoni dell’AGI, ha spiegato che “questo lavoro nasce non solo da un interesse storico scientifico ma, in qualche misura, anche emotivo. Le interviste restituiscono il senso di un lavoro importante e diffuso nelle miniere del Sulcis, dando l’immagine di quella che erano l’attività produttiva, i mezzi di produzione, ma soprattutto – conclude Azara – di quanto la miniera finisse per plasmare anche l’attività sociale, la vita culturale e quella familiare”. La miniera quindi diventa elemento di identità dei luoghi, in una zona della Sardegna dove il processo di deindustrializzazione ha lasciato strascichi pesanti e una situazione di malessere sociale ed economico.