Secondo quanto confermano fonti di governo il premier Mario Draghi ha riunito i rappresentanti della maggioranza insieme al ministro della Giustizia Marta Cartabia. Un incontro per cercare di superare i dubbi dei partiti sulle proposte di riforma del Csm. Ora è iniziato il Consiglio dei ministri che dunque esaminerà il pacchetto di emendamenti di Cartabia alla riforma del Csm.
Secondo quanto previsto dalla bozza della riforma del Csm i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari che hanno ricoperto cariche politiche, non potranno svolgere funzioni giurisdizionali nei tre anni successivi alla scadenza del loro mandato. La loro destinazione sarà individuata dai rispettivi organi di autogoverno. La stessa disciplina si applicherà ai magistrati che si sono candidati in politica ma non sono stati eletti.
I magistrati che si candidano in politica dovranno stare in aspettativa e senza assegni. Questi dovranno rimanerci per l’intero periodo di svolgimento del mandato, con diritto alla conservazione del posto e computo a soli fini pensionistici del periodo trascorso in aspettativa. Inoltre sarà impossibile cumulare il trattamento economico con l’indennità prevista per la carica: la scelta sarà obbligatoria.
Prevista anche una stretta sui magistrati fuori ruolo, distaccati dai ministeri o nelle istituzioni. Un numero massimo di 200, con la durata massima di collocamento fuori ruolo fissata in 10 anni.
Stop anche alle nomine a pacchetto, terreno su cui si consumano gli accordi spartitori tra le correnti della magistratura. La via principale per raggiungere tale obiettivo è rendere obbligatoria la definizione delle nomine in base all’ordine temporale in cui i posti da assegnare restano scoperti. Sono però previste deroghe per gravi e giustificati motivi. La regola non vale per i posti di primo presidente e pg della Cassazione.
La bozza contiene anche la proposta di riforma del sistema elettorale: misto, basato su collegi binominali, capaci di eleggere ciascuno due componenti del Csm. Inoltre i componenti del Consiglio tornano ad essere 30 come in passato: 20 togati e 10 laici.
All’interno del sistema elettorale misto previsto per il Csm trova spazio anche il sorteggio. Servirà ad assicurare che in ogni collegio binominale sia raggiunto il minimo previsto di 6 candidati e per riequilibrare quelle del genere meno rappresentato.
In ultimo, la proposta di riforma introduce anche il voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle valutazioni di professionalità dei magistrati, ma solo in un caso: quando il Consiglio dell’Ordine abbia fatto una segnalazione formale di comportamenti scorretti da parte di un magistrato che si deve valutare. In questi casi il voto degli avvocati presenti nei Consigli giudiziari sarà unitario.