Sono sette i migranti del Bangladesh deceduti per ipotermia nell’ultimo sbarco avvenuto questa notte a Lampedusa. Ai tre cadaveri scoperti dai militari della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto, se ne sono aggiunti altri quattro morti poco prima di arrivare sulla terraferma. Le circa 280 persone arrivate sull’isola sono per lo più provenienti dal Bangladesh e dall’Egitto. Il soccorso è scattato quando il barcone era a circa 24 miglia dalla costa di Lampedusa, dopo essere partito due-tre giorni fa dalla Libia. La messa in salvo è arrivato a 18 miglia dall’isolotto di Lampione, con i soccorritori che hanno operato in condizioni metereologiche proibitive. Alcuni dei migranti, dopo un primo triage sanitario e gli accertamenti anti-Covid, sono stati mandati al Poliambulatorio dell’isola, in condizioni non buone.
Gli altri sbarcati sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove erano già presenti 365 ospiti. La struttura di primissima accoglienza, tuttavia, ha una disponibilità di 250 posti. È previsto per oggi il trasferimento di circa cento persone sulla nave quarantena ancorata a Cala Pisana. La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti. Per il procuratore capo Luigi Patronaggio e l’aggiunto Salvatore Vella si configura morte o lesioni come conseguenza di altro delitto legato al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono in corso le indagini per identificare gli scafisti.
Intanto il sindaco di Lampedusa Totò Martello accusa: “Ancora una tragedia, ancora una volta piangiamo vittime innocenti”. Poi punta il dito: “Qui continuiamo a fare la nostra parte tra mille difficoltà nonostante il governo italiano e l’Europa sembrano aver dimenticato Lampedusa e i lampedusani. Non possiamo andare avanti da soli ancora per molto”.