Roberto D’Alimonte è un politologo italiano, esperto di sistemi elettorali e docente dell’Università Luiss di Roma. Ha commentato con Lumsanews l’inizio delle danze per l’elezione del tredicesimo Presidente della Repubblica.
Primo voto senza intesa? Cosa succederà a Montecitorio?
“Il Parlamento è senza bussola, diviso tra due schieramenti con la stessa consistenza numerica e una novantina di non affiliati. Nessuno degli schieramenti può contare oggi di avere una maggioranza sufficiente. Il Parlamento è spaccato, così come lo è il Paese. Personalmente spero in un accordo su un nome condiviso tra le parti, anche perché andare allo scontro è la cosa peggiore”.
Il premier Mario Draghi ha delle chance?
“Credo che abbia delle opportunità, nonostante i veti. E la mia preferenza sul Colle è proprio il premier. Credo sia una garanzia di equilibrio in questa fase storico-politica complicata”.
E cosa succederebbe a Palazzo Chigi?
“Mi auguro che a capo dell’esecutivo arrivi finalmente una donna. Spero nel nome di Marta Cartabia o Elisabetta Belloni. La direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, non essendo membro del governo e non lasciando vacante nessun ministero, sarebbe forse la scelta migliore”.
Chi altro può sperare di giocare la partita per il Colle?
“L’altro nome è quello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Non escludo che si entri in una fase caotica e spunti fuori l’ipotesi di chiedere al Capo dello Stato un sacrificio. Altri nomi sono quello di Belloni, ma anche Casini, Amato e Gentiloni. Alla fine però credo se la giochino Draghi e Mattarella”.
Il centrodestra dopo il ritiro di Silvio Berlusconi che partita gioca?
“Il futuro del centrodestra dipende dalla prossima legge elettorale. Se il sistema elettorale rimarrà così com’è oggi il centrodestra correrà unito sia alle prossime amministrative e sia alle politiche. Se invece si procederà a una riforma elettorale in senso proporzionale, credo che il centrodestra si scioglierà”.
E al centro cosa succederà?
“Una domanda di centrismo c’è, però attualmente il centro è molto frastagliato. Ci sono rivalità personali tra i vari politici e quindi credo sia difficile che Toti e Renzi si accordino con Calenda e Bonino. È quindi più corretto parlare di centri. Il futuro anche qui dipenderà dal sistema elettorale. Il proporzionale favorisce il centro. Con il Rosatellum invece il centro ha molto meno spazio”.