Ponti chiusi e comunicazione interrotta, forse in attesa del blitz in Ucraina. Mentre sfuma in un muro contro muro il colloquio di pace a Ginevra tra Usa, Nato e Russia, Mosca aveva già previsto di rinforzare la propria presenza al confine ucraino. A lanciare la bomba alcuni dirigenti americani contattati dal New York Times. Le fonti hanno affermato che il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha cominciato a trasferire elicotteri militari in Donbass. Si tratta, secondo il giornale americano, di velivoli d’attacco e da trasporto, che insieme ai caccia per gli attacchi a terra, sarebbero un vantaggio cruciale per la Russia in caso di invasione dell’Ucraina. In più, secondo le stesse fonti, Putin potrebbe star ritardando l’ipotetica offensiva a causa del terreno fangoso, nell’attesa che il suolo si ghiacci e renda più agevole il movimento di truppe e mezzi.
La tensione resta altissima. Le richieste di Usa e Russia si sono scontrate nella città svizzera senza trovare possibilità di accordo. Per Mosca il vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov, ha ribadito che la clausola per una collaborazione passa per la garanzia che l’Ucraina non entri nella Nato. Washington, rappresentata dalla sottosegretaria Wendy Sherman, ha dichiarato che ogni Paese ha il diritto di scegliere il suo futuro, “senza veti terzi”. In più, nel corso del negoziato, la Russia, secondo una fonte diplomatica di Washington, non ha dato risposta sulla richiesta di una de-escalation ai confini ucraini. “Al momento non c’è ottimismo per un nuovo incontro tra Putin e Joe Biden” ha ribattuto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov.
A Ginevra il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg ha avvertito Mosca che l’Alleanza si farà trovare “pronta” se il Cremlino opterà per “lo scontro”. Oltre all’Ucraina, anche Finlandia e Svezia stanno a valutando l’ipotesi di entrare far parte della Nato. “La nostra porta resta aperta – ha detto Stoltenberg, possono chiedere di diventare membri, ma sta a loro decidere se voglio chiedere l’ingresso”.