Non si arresta la corsa del virus. Secondo l’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità l’incidenza settimanale a livello nazionale è aumentata, sfiorando quota 176 positivi per 100mila abitanti. La scorsa settimana erano 155. In crescita anche il tasso di occupazione in terapia intensiva pari all’8,5 per cento e quello in area medica salito al 10,6 per cento. Oscilla invece tra l’1 e il 2 per cento l’indice Rt, che nell’ultima settimana si è attestato all’1,18 per cento.
A rischio zona gialla sette regioni
È allerta per l’incidenza di casi Covid nella provincia autonoma di Bolzano, che questa settimana registra il valore di 556,1 casi per 100mila abitanti. Al momento però, sono sette le regioni sopra la soglia di allerta del 10 per cento per l’ occupazione dei posti letto in terapia intensiva. Dopo il Friuli Venezia Giulia e l’Alto Adige già in zona gialla, ora è il Veneto a rischiare il passaggio di colore, anche se il governatore Luca Zaia ha allontanato l’ipotesi che questo possa accadere già la prossima settimana. “Siamo – ha detto – in una situazione di pressione che va tenuta sotto controllo, ma che riusciamo a gestire. La prossima settimana il Veneto sarà ancora bianco, perché non abbiamo raggiunto il limite del 15 per cento di ricoverati Covid in area medica”. A rischio anche Liguria, Lazio, Marche e Trentino Alto Adige. Diversa invece la situazione in Calabria e Valle d’Aosta, dove le terapie intensive sono ancora sotto la soglia d’allerta ma a preoccupare sono i reparti ordinari sovraffollati.
L’andamento della campagna vaccinale
Uno scenario preoccupante, nonostante l’andamento positivo della campagna vaccinale e un’impennata del numero di somministrazioni, soprattutto delle prime e delle terze dosi. Le forniture a disposizione sono sufficienti a vaccinare 25 milioni di italiani entro la fine dicembre, ma ieri il commissario all’emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ha annunciato l’arrivo di altri 2 milioni di dosi Pfizer in aggiunta a quelle già previste. Al momento sono 45 milioni gli italiani che hanno completato il ciclo vaccinale tra giugno e agosto e che tra dicembre e febbraio dovrebbero fare il richiamo.
L’appello dell’Associazione nazionale presidi
Ed è proprio sull’andamento della campagna vaccinale e sull’importanza dei vaccini in questa quarta ondata dell’epidemia, soprattutto nei bambini, che si è espresso Mario Rusconi, del consiglio nazionale Associazione presidi. “La cosiddetta terza dose è necessaria, lo dicono tutti gli scienziati, e dovrebbe essere aperta anche alla fascia 12-18, per proteggere al meglio la popolazione scolastica. Vista una diffusione del virus maggiore alle elementari e nei primi due anni delle medie rispetto alle superiori bisogna prevenire”.