È la parola “irrazionale” quella scelta dal Censis per definire la società italiana nel 2021, soprattutto a causa delle paure verso la scienza riferita al Covid. Secondo i dati del 55esimo rapporto sulla situazione sociale del Paese, infatti, il 5,9% degli italiani (circa 3 milioni) è convinto che il virus non esista (stessa percentuale di chi crede che la terra sia piatta) e il 10,9% che il vaccino sia inutile (dati analoghi rispetto a chi è convinto che l’uomo non sia mai sbarcato sulla Luna).
La pandemia ha causato anche un aumento delle famiglie che vivono in povertà assoluta, arrivate a 2 milioni, con una crescita del 104,8% rispetto al 2010. L’incremento dell’indigenza è sostenuto soprattutto al nord, dove sale del 131,4%, mentre al centro fa registrare un +67,6% e al sud aumenta del 93,8%. Il Covid-19 ha accentuato anche il senso di vulnerabilità degli italiani: 4 su 10 si sentono insicuri pensando alla salute e alla necessità di dover ricorrere a prestazioni sanitarie.
Ad aumentare è anche il senso di insicurezza verso il futuro: poco più della metà dei cittadini, infatti, pensa che non si tornerà più al benessere del passato. Il 28,4% degli italiani, inoltre, è convinto che la propria situazione economica peggiorerà dopo la pandemia. Ciò è causato anche dalla rapida decrescita del Pil prevista per i prossimi anni: nonostante il rimbalzo del 6% nel 2021, infatti, già nel 2023 l’aumento sarà soltanto dell’1,9%.
Nell’anno che sta per finire, però, si registra anche un’impennata del 14,4% dei consumi delle famiglie. Le notizie positive arrivano, inoltre, dall’incremento dell’indice di fiducia dei consumatori, che ha superato il valore del 2018, e dalla riscoperta della qualità della vita da parte degli italiani, che hanno rivalutato gli spazi aperti privati e quelli pubblici. Le vere protagoniste della pandemia, infine, sono state le tecnologie anche se, secondo il Censis, il 64% dei cittadini tornerà a fare acquisti in luoghi fisici una volta debellato il virus.