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Manovra: allo studio
contributo di solidarietà
contro il caro bollette

Ipotesi sgravo contributivo

Confermato schema su taglio Irpef

di Andrea Persili03 Dicembre 2021
03 Dicembre 2021

Conferma del taglio strutturale di 7 miliardi all’Irpef e di uno all’Irap a partire dal 2022, ma interventi per aiutare le famiglie più disagiate e un contributo di solidarietà contro il caro bollette. Dalla cabina di regia del governo arriva una mano tesa ai sindacati, scontenti del piano per riformare l’Irpef e della ridistribuzione delle tasse nella manovra.

Nel pacchetto fiscale, che sarà oggi discusso in Consiglio dei ministri, ci dovrebbero essere sul piatto 1,5 miliardi per alleggerire il peso della tassazione sulle buste paga dei lavoratori sotto ai 47mila euro di reddito, ma la decontribuzione varrà per un anno. Cinquecento milioni, in aggiunta ai due miliardi già stanziati, potrebbero andare invece al fondo di compensazione contro il caro bollette. L’esecutivo si è detto poi favorevole ad alzare la soglia di reddito non tassabile per i pensionati fino a 8500 euro.

Confermato però l’impianto a quattro aliquote dell’Irpef. Quella più bassa rimane al 23% fino a 15mila euro, mentre la seconda, compresa tra i 15 e i 28mila euro, scende dal 27 al 25%. Sforbiciata anche alla terza aliquota che passa dal 38 al 35%, ma solo per i redditi fino a 50mila euro. Oltre questo ultimo tetto l’imposta sale al 43% con la cancellazione dell’aliquota del 41% che includeva redditi tra i 55 e i 75mila euro. I maggiori risparmi vanno dunque al ceto medio, nella fascia di reddito compresa tra 40 e 50mila euro.

I sindacati sono però divisi. Maurizio Landini, numero uno della Cgil, si dice “insoddisfatto, se l’impianto della manovra rimane questo”. Per il sindacalista “tutti gli 8 miliardi devono andare ai lavoratori e pensionati”. Sulla stessa linea d’onda Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, che ribadisce “la penalizzazione dei redditi da 0 a 26mila euro”. Apprezza invece la proposta dell’esecutivo Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, che definisce quello del governo “un importante passo avanti, con circa l’85% delle risorse destinate ai redditi sotto i 50mila euro”.

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