Spunta la proroga “balneare” per Malagrotta. La chiusura della discarica è molto probabile. Quasi inevitabile, a meno di colpi di scena che dovrebbero comunque arrivare entro il prossimo 30 giugno. L’opzione è di tenerla aperta per il periodo estivo. Ancora due mesi. Poi, entro settembre, il duo Zingaretti-Marino dovrà trovare un’alternativa definitiva. Il presidente della Regione e il nuovo sindaco di Roma dovranno sfruttare la vicinanza politica per superare un’impasse che dura ormai da anni (i rinvii alla chiusura della discarica non si contano più sulle dita di una mano sola).
Perché un’altra proroga? – Il motivo è piuttosto semplice. Mancano venti giorni alla data stabilita dal commissario all’emergenza rifiuti Goffredo Sottile e non c’è più tempo per trovare un nuovo sito idoneo e per costruirlo. Bisogna ricordare che attualmente a Malagrotta finiscono solo i rifiuti trattati dagli impianti. Il cosiddetto “tal quale” non vi arriva più dall’11 aprile scorso. Le dimensioni della prossima discarica, quindi, non dovranno essere enormi. Basterà un sito “di servizio”. Serve comunque tempo. Marino e Zingaretti dovranno mettersi attorno allo stesso tavolo. Bisogna vedere se il chirurgo “prestato” alla politica continuerà sulla linea del suo predecessore Alemanno che ha sempre respinto con forza che la nuova discarica si trovi nel territorio del Comune di Roma. Il neopresidente del XII Municipio (ex XVI), Cristina Maltese, ha raccontato che «Marino è venuto più volte a Massimina, ha visto la discarica di Malagrotta. Quando ha incontrato i cittadini ha avuto sempre rapporti con i comitati di quartiere. Io gli ho presentato delle schede con le criticità e gli elementi di forza di ogni area: su questo solco continueremo a lavorare. Lui ha detto che conta su una collaborazione stretta con questa realtà. Ci è sembrato coerente con la posizione di Zingaretti, col quale si sono molto confrontati. Lui ha detto ai cittadini di Massimina e della Valle Galeria che lavorerà sul risanamento della zona». La decisione finale, infatti, spetta a Zingaretti. O meglio, al suo assessore ai Rifiuti, Michele Civita. È la Regione che deve firmare la proroga, ed è sempre la Regione che deve individuare il nuovo sito. Altrimenti potrebbe farlo il sindaco adottando un’ordinanza «contingibile e urgente». Il commissario Sottile infatti esclude di assumere decisioni a riguardo: «Io sto controllando che il ciclo rifiuti proceda come previsto – spiega – Non rientra più nei miei poteri prorogare Malagrotta, a meno che il ministro non lo stabilisca con un nuovo provvedimento».
Ma dove potrebbe sorgere la prossima discarica? – Monti dell’Ortaccio di Manlio Cerroni (vicino proprio a Malagrotta) è un’ipotesi sempre in campo. Ma la Regione si è opposta a questa ipotesi, potrebbe quindi ritirare l’autorizzazione ambientale firmata sei mesi fa da Sottile. Ci sono alcune cave dismesse tra l’Ardeatina e la Laurentina, nel IX Municipio (ex XII) che potrebbero rispondere ai requisiti. Resta però un piano B per evitare l’ennesima proroga di Malagrotta. Trovare un’altra discarica già attiva disponibile ad ospitare i rifiuti di Roma. Facile a dirsi, un “miracolo” se si concretizzasse questa eventualità.
Lorenzo Caroselli