Nel tardo pomeriggio di oggi cominceranno gli incontri tra il presidente del Consiglio Mario Draghi, i capigruppo parlamentari e i capi delegazione, per cercare di delineare una strategia comune sulla manovra di bilancio. Alle ore 17 scade infatti il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione Bilancio al Senato. L’esecutivo ha un mese di tempo per approvare la legge e il Parlamento avrà a disposizione soltanto 600 milioni per modificare le norme in discussione. Gli equilibri sono delicati, evidenti i mal di pancia nella coalizione di governo.
Il premier incontrerà alle 17:30 il Movimento Cinque Stelle, mentre gli altri partiti saranno ricevuti tra domani e mercoledì. Tiene banco lo scontro tra i pentastellati e la Lega, soprattutto sul reddito di cittadinanza. Il Carroccio ha fatto infuriare i grillini perché ha presentato la richiesta di spostare parte dei fondi destinati al reddito (9 miliardi l’anno) al contrasto del “caro-bollette”, la nuova priorità del leader Matteo Salvini. Immediata la reazione del Movimento 5 stelle, che questa sera ribadirà al premier e al ministro dell’Economia Daniele Franco che il reddito di cittadinanza non si tocca, altrimenti l’intera legge di bilancio rischia di evaporare. Annunciata battaglia anche sul tema Superbonus, dal momento che verrà proposta l’eliminazione del tetto Isee fissato a 25mila euro per le ristrutturazioni delle villette.
Altre richieste all’ex presidente della Bce arriveranno dal centrodestra: Forza Italia sosterrà l’estensione del taglio dell’Irap e il mantenimento dei bonus edilizi, che vorrebbe allargare alle case monofamiliari e agli impianti sportivi.
In serata è in calendario anche un altro delicato confronto, dal momento che Franco incontrerà i sindacati. Cgil, Cisl e Uil chiedono di redistribuire tutti gli 8 miliardi a disposizione a sostegno di lavoratori e pensionati, sacrificando il miliardo che ora sarebbe destinato all’abolizione dell’Irap per ditte individuali e professionisti. Chiedono anche di sostenere la fascia fino a 15mila euro all’anno, priva di ogni beneficio, ampliando la no tax area. Draghi dovrà indossare i panni del mediatore, per non minare ulteriormente i già fragili equilibri della sua maggioranza.