L’intesa con il ministro dell’Economia Daniele Franco sul taglio delle tasse ha soddisfatto le forze di maggioranza. Sette miliardi andranno a ridurre l’Irpef. Le aliquote dell’imposta scenderanno da cinque a quattro, gli scaglioni e le detrazioni saranno rimodulati, mentre un milione verrà destinato alla cancellazione dell’Irap per ditte individuali, partite Iva e start up.
All’inizio della prossima settimana i leader dei partiti dovranno confermare l’accordo, in modo da presentare l’emendamento alla legge di Bilancio in Senato. Il Partito democratico, tramite il responsabile economico Antonio Misiani, si è detto “molto soddisfatto” per la concentrazione di risorse a favore dei ceti medi. Misiani ha anche dichiarato che “i benefici potranno superare i 700 euro annui per alcune fasce di contribuenti”, ovvero circa sette milioni di persone.
La Lega esce con il sorriso, rivendicando l’abolizione dell’Irap per autonomi e professionisti. Il senatore Alberto Bagnai, in un’intervista a La Stampa, ha sottolineato il “buon risultato raggiunto”, avvertendo però che “la battaglia sulla flat tax va avanti”. Sul Messaggero è intervenuto invece il viceministro allo Sviluppo Economico Gilberto Pichetto di Forza Italia, che ha evidenziato come il miliardo per l’Irap sia “un primo passo. In linea con quanto chiedevamo”.
Tuttavia, c’è chi è contrario all’accordo politico che premia i redditi medi. Confindustria lo ha infatti bocciato con un duro comunicato: “Scelte che suscitano forte perplessità perché senza visione per il futuro dell’economia del nostro Paese”. L’organizzazione ha chiesto al governo di convocare un incontro con le parti sociali per discuterne.
Così come è forte il parere negativo dei sindacati. Maurizio Landini, leader della Cgil, ha dichiarato: “L’accordo con noi non è ancora stato trovato. Non è questo il momento per l’Irap, gli 8 miliardi dovrebbero andare tutti a lavoratori e pensionati”. Anche da Cisl e Uil si è alzato il dissenso.