L’epidemia cresce ogni giorno di più: ieri in Italia sono stati superati 10mila contagi in un giorno, numeri che non si vedevano dall’8 maggio scorso. A confermare questi dati il monitoraggio della fondazione Gimbe: dal 10 al 16 novembre si è registrato un netto aumento della circolazione del virus ma con un impatto ospedaliero contenuto grazie al vaccino. Secondo la fondazione c’è stato un aumento del 32,2% di nuovi casi di infezione; del 15,5% dei ricoveri di pazienti con sintomi e del 14,3% delle terapie intensive. Secondo il report Altems dell’Università Cattolica sette regioni (Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Val d’Aosta, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria) e la Provincia Autonoma si trovano in uno scenario di rischio Covid.
In vista dei numeri attuali e di un ulteriore innalzamento dei casi, oggi le regioni presenteranno al governo le loro proposte per contenere i contagi. Tra le proposte, le restrizioni solo per i non vaccinati in modo da non penalizzare chi è immunizzato. Come dichiarato dal presidente friulano Massimiliano Fedriga, sarebbe “un premio per i vaccinati, non una penalità per coloro che non si sono vaccinati”.
Si guarda anche al “Green pass 2G”, ovvero il rilascio del certificato verde – sull’esempio di Austria e Germania – solo per vaccinati (geimpft) o guariti (genesen), escludendo dunque il tampone negativo. Non in linea con il pensiero comune il governatore marchigiano Francesco Acquaroli secondo il quale non sono utili ulteriori restrizioni per i non vaccinati o un Green pass rinforzato, “perché anche se il contagio ha ripreso a correre siamo in una fase diversa dallo scorso anno”. Per Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, “il lockdown per i non vaccinati non è la strategia da attuare con i numeri odierni, ma si può valutare in caso di passaggio in zona arancione”.
Intanto si avvicina la disponibilità della pillola anti-Covid in Italia. Lo ha confermato Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, spiegando che “potrebbe arrivare nelle settimane successive a Natale”.