Ai ballottaggi che hanno consegnato al centrosinistra 16 comuni capoluogo sono consacrate oggi le prime pagine dei principali quotidiani italiani, in maniera più o meno originale. Il Corriere della Sera ela Repubblicasintetizzano nel titolo il bruciante risultato per lo schieramento sconfitto: “Tutti i capoluoghi al centrosinistra”, scrive il giornale di Via Solferino, “Tutte le città alla sinistra:16 a0”, titola il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, non dissimulando una dose di soddisfazione, esplicitata ancor meglio nell’editoriale di Massimo Giannini, che dipinge il risultato del centrosinistra come “La frana del Cavaliere”. Una vittoria “netta, omogenea e inequivoca” scrive Giannini, che utilizza gli stessi termini per definire la sconfitta della destra e la scomparsa grillina. Senza dimenticare il gigantesco dato dell’astensionismo, quello che il vicedirettore di Repubblica chiama il compimento della “dissoluzione finale della democrazia rappresentativa”. E proprio il fatto che si sia recata a votare meno della metà degli elettori è il perno dell’editoriale di Massimo Franco sul Corriere, che parla di “scorciatoie da evitare”, come si legge nel titolo, e commenta la tesi avanzata da qualcuno “di un’Italia più ‘americana’ perché si va meno alle urne, come negli Usa, autoconsolatoria fino alla strumentalità”.
Convinti che a giocare un ruolo fondamentale nella sconfitta del centrodestra sia l’assenza di Silvio Berlusconi in campo sono il Giornale e Libero, in cui prendono parola i rispettivi direttori, Alessandro Sallusti titolando con ironia “No Silvio, no party” (“Non è una battuta ma una verità politica”, scrive) e Maurizio Belpietro con la scelta di una grande vignetta che raffigura la disfatta più significativa di queste amministrative, quella di Alemanno, in “onore” della quale sfoggia un’abusata espressione romana, “Mortacci”. Secondo il direttore di Libero, il sostantivo più idoneo a rappresentare la sconfitta del centrodestra è “annientamento”.
Dall’altra parte, anche l’Unità sceglie di mettere in primo piano il duello capitale, con la foto dell’esultanza dei sostenitori di Marino, in piazza del Campidoglio, a sventolare i cartelloni con su scritto “Daje”, lo slogan che ha accompagnato il candidato Pd durante la campagna. Ma la “gara” dei titoli, come sempre, la vince il Manifesto, che sintetizza astensionismo, vittoria e sconfitte di queste amministrative definendole “Fuori dal comune”.
Alessandra D’Acunto