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Gas lacrimogeni e idranti
contro i migranti al confine
tra Polonia e Bielorussia

Cremlino: "È un gesto inaccettabile"

Minsk: "Assistenza con centro logistico"

di Alessio Brandimarte17 Novembre 2021
17 Novembre 2021

epa09583589 A handout photo made available by Belta news agency shows Polish servicemen guard the border in front of asylum-seekers, refugees and migrants who gathered at the Bruzgi-Kuznica Bialostocka border crossing, Belarus, 15 November 2021. Asylum-seekers, refugees and migrants, from the Middle East who began to leave the spontaneous camp set up near the border, arrived at the Belarusian-Polish checkpoint of Bruzgi-Kuznica Bialostocka. It was noted that a large convoy of migrants, accompanied by Belarusian security officials, went out towards the frontier checkpoint Bruzgi. Since 08 November, several thousand migrants have been trying to enter the EU and have set up camp in a forest belt adjacent to the border. EPA/OKSANA MANCHUK / BELTA / HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

La polizia polacca ha usato lacrimogeni e idranti contro i migranti al confine con la Bielorussia. Varsavia si è giustificata dichiarando di aver reagito a un lancio di sassi. Il tutto è cominciato ieri mattina, quando la polizia bielorussa ha raccolto circa 3.500 migranti, provenienti in gran parte dal Medio Oriente, radunandoli davanti al valico di frontiera di Bruzgi.

I doganieri polacchi sostengono che i colleghi dall’altra parte del confine abbiano aiutato i rifugiati a tagliare la barriera di filo spinato affinché entrassero in massa nell’Unione europea. Gli agenti, per impedire l’ingresso in Polonia senza visto, hanno utilizzato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. L’azione “brillantemente respinta” sarebbe avvenuta in risposta a un possibile lancio di sassi, che avrebbe ferito tre poliziotti.

Nel pomeriggio la temperatura è scesa sotto i 5 gradi, per poi arrivare a zero nella notte. Una situazione che potrebbe aver provocato altri morti per ipotermia: la Polonia ha finora dichiarato un morto di freddo al giorno. Sul lato bielorusso, l’accesso ai giornalisti viene aperto a seconda della volontà che la stampa racconti l’accaduto. Mentre sul lato polacco non è possibile accedere agli ultimi tre chilometri dal confine. Parenti e amici di chi è bloccato stanno arrivando dalla Polonia sul fronte, raccontando episodi di maltrattamento e mancato aiuto.

Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha definito il gesto “inaccettabile”. Minsk si dice pronta ad accogliere i rifugiati in un centro logistico vicino al valico di frontiera di Bruzgi “fino a quando la questione non sarà risolta”. Un’altra soluzione è rappresentata dagli accordi bilaterali con i Paesi d’origine: l’Unione europea ha ottenuto dall’Iraq la promessa di rimpatrio per chi accetterà un volo governativo. Altri Paesi potrebbero seguire la stessa linea, per mettere al sicuro i migranti.

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