“Le guerre, dopo tutto, non iniziano nelle menti degli uomini?”. Con queste parole 75 anni fa 41 paesi istituivano l’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni Unite che dal 1945 promuove la cooperazione internazionale nel campo dell’istruzione, delle scienze e della cultura come unico mezzo per costruire una pace duratura. L’istituzione, nata sulle macerie della seconda guerra mondiale e custode del patrimonio immateriale dell’umanità, riveste un ruolo oggi più che mai attuale nella lotta alle diseguaglianze che la pandemia di Covid ha acuito.
Anche se di fronte a nuove sfide globali, gli obiettivi restano gli stessi del dopoguerra. Un’educazione di qualità, inclusiva e permanente, che possa abbattere il divario digitale causato dalla pandemia e permettere a milioni di bambini nei Paesi in via di sviluppo di andare a scuola. Ma anche il progresso tecnologico e scientifico, la tutela della biodiversità e la valorizzazione della cultura. Un’organizzazione spesso criticata per lo scarso dinamismo, ma che vanta al tempo stesso molti successi fra cui la firma di convenzioni sul diritto d’autore, sul traffico illecito di beni culturali, sul patrimonio immateriale che tutela i siti naturali e umani – molti dei quali in Italia.
E il nostro Paese, che del patrimonio culturale ha fatto il proprio marchio di fabbrica nel mondo, è “particolarmente vicino” all’Unesco. Così il ministro della Cultura Dario Franceschini ha espresso il legame con l’organo dell’Onu in occasione del suo 75esimo anniversario. “Siamo il primo Paese ad aver costituito un corpo di polizia specializzato nella salvaguardia dei beni storici, artistici, archeologici e paesaggistici” ha ricordato Franceschini, vantando anche il primato dell’Italia nell’istituzione della “task force Unite4Heritage al servizio della tutela del patrimonio culturale nelle missioni internazionali in aree di crisi”. Lo scorso 12 novembre a Parigi la celebrazione dell’anniversario alla presenza di 26 capi di Stato e di governo, e con la partecipazione di musicisti e cantanti da tutto il mondo. Tra le performance artistiche, particolarmente emozionante quella della cantante e attivista afgana Aryana Sayeed, recentemente fuggita dall’Afghanistan.