Sergio Mattarella ribadisce nuovamente la sua indisponibilità a un secondo mandato come presidente della Repubblica. In molti nel mondo politico riponevano le loro speranze nella ricandidatura del giurista al Colle, ma ancora una volta il capo dello Stato allontana questa possibilità, come era già avvenuto anche in occasione del discorso di fine anno. Questa volta attraverso la citazione nel suo discorso di Giovanni Leone, presidente della Repubblica nel 1971, che propose “l’introduzione della non rieleggibilità del capo dello Stato, con la conseguente eliminazione del semestre bianco”.
La posizione di Mattarella è chiara: ritiene il doppio mandato incostituzionale. Il problema è soprattutto quello del “semestre bianco”, che limita il potere del presidente impedendo, ad esempio, di sciogliere le camere e quindi di avere le mani totalmente libere. Come già avvenuto anche in altre occasioni la presa di distanza è sempre più chiara: nonostante i continui solleciti della politica una seconda candidatura appare sempre più improbabile.
Lo scenario che ne deriva in Parlamento è estremamente complesso e frammentato, tanto da poter parlare di una vera e proprio “balcanizzazione” delle camere, che renderebbe impossibile trovare il sostituto di Mattarella. Da qui la speranza del secondo mandato del Capo dello Stato, per mantenere stabili gli equilibri politici in un momento molto delicato della storia della Repubblica.
I principali sostenitori del governo, Partito Democratico in primis, si augurano che Draghi governi fino alla scadenza del suo mandato nel 2023. É proprio il presidente del Consiglio il principale indiziato per succedere Mattarella al Colle. Ma su questo non ci sono certezze e la situazione è più che mai frastagliata, con l’ipotesi Berlusconi all’uscio, che tuttavia scontenterebbe l’ala sinistra.
Mara Carfagna di Forza Italia rassicura sostenendo che questo Parlamento “saprà trovare un equilibrio sull’elezione del Presidente della Repubblica” come hanno fatto “altre generazioni”. Il leader della Lega Matteo Salvini sottolinea invece che “rispetta la richiesta di Mattarella” e che il Carroccio sta lavorando per “un Presidente che non sia proprietà del Pd ma rappresenti tutti”.