È in fin di vita la giornalista cinese Zhang Zhan, dopo sedici mesi di sciopero della fame iniziato per protestare contro la sua detenzione. Era stata arrestata per aver raccolto informazioni a Wuhan sulla cattiva gestione all’inizio della pandemia da parte del governo in Cina.
La condanna è a quattro anni per aver “seminato discordia e causato problemi”, dopo un processo definito da Amnesty International una farsa. L’ong ha denunciato le terribili condizioni a cui è sottoposta la 38enne attivista, “tenuta in catene e con le mani legate 24 ore al giorno per più di tre mesi come punizione per il suo sciopero della fame”.
Il fratello della donna, Zhang Ju, ha lanciato l’allarme con un post su Twitter: “Non credo che vivrà molto a lungo. Se non riuscirà a superare il prossimo inverno, spero che il mondo la ricorderà com’era una volta”. Già lo scorso 31 luglio la blogger era stata ricoverata per undici giorni in ospedale per una grave malnutrizione, ma poi era stata ricondotta in carcere, dove continua la reclusione e il suo parziale sciopero della fame.